Con la penalizzazione ( incongrua) della Reggina si rischia il rinvio, sine die, dei playoff di "B"
Ieri,
il Tribunale Federale Nazionale ha irrogato tre punti di penalizzazione alla
Reggina per il mancato pagamento, in favore di alcuni giocatori, degli emolumenti
relativi alle mensilità di novembre e dicembre 2022, nonché per il mancato
versamento delle ritenute Irpef relative alle stesse mensilità. Inoltre, ha inibito,
per tre mesi, l’amministratore delegato Paolo Castaldi. Il Tfn, presieduto da
Carlo Sica, ha, infine, disposto la trasmissione degli agli atti alla Procura
Federale per ulteriori approfondimenti. Questo lo scarno dispositivo del Tribunale
Federale della Figc. La Reggina viene superata, in classifica, da Cagliari e
Parma, ed è all’ottavo posto, con 46 punti, come il Pisa, ancora in zona
playoff, quando mancano cinque giornate alla fine del campionato. Questo il comunicato
della Società: “La Reggina prende atto del dispositivo emanato in data odierna
dal Tribunale Federale Nazionale presso la Figc, con il quale sono state
irrogate le penalizzazioni di un punto (deferimento n.668) e di due punti (deferimento
n. 669) a carico della stessa. La Società - pur rilevando in termini postivi il
fatto che, per la prima volta, ha irrogato una sanzione inferiore al minimo
edittale previsto dall’art. 33.4 del Codice di Giustizia Sportiva della Figc -
manifesta sin da ora la propria volontà di impugnare la decisione in questione
(non appena saranno pubblicate le relative motivazioni) innanzi alla Corte Federale
di Appello (nonché al Collegio di Garanzia dello Sport, al Tar del Lazio e al
Consiglio di Stato, laddove fosse necessario). La Società ritiene, infatti, di
avere pieno titolo al proscioglimento in entrambi i deferimenti, avendo la
stessa dovuto ottemperare alle preclusioni imposte dal Tribunale Fallimentare
in relazione al pagamento dei contributi e degli emolumenti in questione,
situazione perfettamente assimilabile a casi analoghi già decisi favorevolmente
dal Collegio di Garanzia dello Sport (decisioni nn.18/2015,1/2021 e 101/2021)”.
La questione, come ho già avuto modo di scrivere,
è piuttosto chiara, seppure nella sua singolare complessità. Gli amministratori
della Reggina non hanno alcuna responsabilità nel mancato pagamento degli emolumenti
e al mancato versamento delle ritenute Irpef, e, di conseguenza, la squadra non
può essere penalizzata. Le decisioni (di non pagare), infatti, non sono state
prese dai rappresentanti della società calabrese, ma dal Tribunale Fallimentare.
Questo perché, com’è noto - ed era noto agli organi della Figc e della Lega anche
al momento dell’iscrizione al campionato - la società, lasciata con oltre 20
milioni di debiti da Luca Gallo era stata salvata dalla liquidazione
giudiziale, come si chiama ora il fallimento, da Felice Saladini. Il patron, dopo
aver provveduto alla regolare iscrizione al campionato 2022 -’23, il 16
dicembre 2022 ha siglato un accordo con il Tribunale per la “ristrutturazione
dei debiti”, un istituto del nuovo Codice della crisi d’impresa e
dell’insolvenza, che serve per consentire alla società in crisi di continuare a
vivere e, nello stesso tempo, a dare prospettive ai creditori tra cui c’è
spesso, come in questo caso, lo Stato, per mancato versamento di imposte e contributi.
Il Tribunale Fallimentare, però, diventa arbitro nella gestione amministrativa
così che i pagamenti devono essere sempre espressamente autorizzati. E la
società, come già detto, non è stata autorizzata a fare i versamenti a cui si
riferisce la Covisoc che, per questo, ha rinviato a giudizio la società, ora
penalizzata dal Tribunale, che, nel fissare la penalità, peraltro sorprendentemente
ridotta rispetto alle norme federali, ha mostrato l’imbarazzo degli stessi
giudici a decidere su una situazione così anomala e complessa. Ora la Società
ha intenzione di seguire tutti i gradi della giustizia sportiva: prima la Corte
Federale di Appello e poi, eventualmente, il Collegio di Garanzia dello Sport.
Nel caso in cui però la giustizia sportiva non dovesse prendere atto che la
situazione della società amaranto è del tutto particolare, e come tale va
giudicata, allora sarà inevitabile il ricorso alla giustizia amministrativa,
prima al Tar del Lazio e poi, in ultima istanza, al Consiglio di Stato. Questo
significa tempi lunghi, e rinviare, sine die, i playoff di serie “B”, perché la
Reggina ha diritto a partecipare agli spareggi per la promozione in serie “A”
con il punteggio, e la conseguente posizione di classifica, che verrà fuori dai
risultati del campo, non può farli con i tre punti di penalizzazione. Sarebbe, peraltro,
un danno grave, sportivo ed economico, per tutti i creditori della società, una
violazione del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza che potrebbe essere
rilevata dallo stesso Tribunale Fallimentare.
Fortunato Vinci – www.liedaliberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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