Il derby delle motivazioni (residue) va alla Ternana che batte il Perugia con un gol di Donnarumma
Una
gara capitata alla penultima giornata, al tramonto del campionato, il derby,
tra Ternana e Perugia, era carico, lo stesso, di motivazioni, per rendere
interessante il classico, sempre atteso, confronto regionale. I grifoni,
mettendo in campo “voglia e idee”, come aveva anticipato il tecnico Alvini alla
vigilia, avevano due obiettivi importanti: completare alla grande un campionato,
partito in sordina, con tanti dubbi e diffuso pessimismo, ma alla fine, tutto
sommato, soddisfacente, e mettere sulla torta, già moderatamente gustosa, la
ciliegina finale, con una vittoria e i tre punti a sostenere, ancora, la
speranza di un appiglio ai playoff. Le fere, fuori da tutto, avevano l’obbligo
di dare l’ultima (per il presidente Stefano Bandecchi, l’unica) soddisfazione
ai propri tifosi dopo un torneo tra alti e bassi (in verità, più bassi che
alti) considerando il potenziale offensivo dell’organico e le ambizioni
malcelate della vigilia del campionato. L’evento lo ha onorato il pubblico,
quello delle grandi occasioni, che ha affollando il “Libero Liberati”. Le due squadre si sono date battaglia, si è
avuta una leggera prevalenza territoriale dei rossoverdi, in una gara
sostanzialmente equilibrata. Ma le maggiori motivazioni del Perugia non hanno
fatto, come ci sia spettava e come era lecito supporre, la differenza, la
differenza, come al solito, e come avviene sempre, la fanno i gol, e in rete ci
è andato, al 36’, Alfredo Donnarumma, al suo 14esimo gol, per la gioia dei
diecimila tifosi ternani. Il Perugia ha avuto la colpa di aver lasciato spesso
l’iniziativa ai padroni di casa, ma soprattutto è mancato nelle conclusioni, come
ormai ripetiamo da tempo, perché questo avviene dall’inizio del campionato,
come, peraltro, stanno a dimostrare le 39 reti segnate dai grifoni. Tanto per
fare un confronto, il Crotone, penultimo, già retrocesso, di reti ne ha segnate
due più del Perugia, 41, per non citare il Lecce, 58, il Monza, 60, il
Benevento, 61. Massimiliano Alvini ha fatto tutto quello che poteva? Forse i cambi, per provare a dare maggiore
consistenza alle offensive del Perugia, avrebbe potuto farli all’inizio del
secondo tempo. E propendere per un’azione più insistente e incalzante in
attacco, considerando la modestia e i limiti della difesa della Ternana, che
aveva subito 57 gol, e anche sapendo che il Frosinone, a Ferrara contro la Spal,
era sotto di 3 reti e che quindi, vincendo, i grifoni avrebbero raggiunto, in
classifica, la squadra di Fabio Grosso, nell’ultimo, ottavo posto della zona
playoff. Ora è finita? No, ci vorrebbe, però, venerdì prossimo alle 20,30, un doppio
colpo di fortuna: la sconfitta in casa del Frosinone contro il Pisa e la
vittoria al “Curi” del Perugia con il Monza. Accendete un cero.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
"Gara sostanzialmente equilibrata". Esattissimo, se si contano (come faceva Gianni Brera) le palle-gol vere (pochissime), le mezze palle-gol e le manovre potenzialmente da gol è assolutamente chiaro che il risultato legittimo di un derby molto scadente (fra squadre bollite) sarebbe stato il pareggio. A dispetto del profluvio di commenti che scaturiscono dal risultato e non da un'analisi serena della gara. Cronisti sempre più
RispondiEliminarari e tifosi-pseudocronisti che sbucano da ogni dove: moneta cattiva scaccia quella buona