Il Perugia prova a vincere, in dieci, ma il Lecce, nel finale, pareggia su rigore (1-1) . E sabato sarà al "Granillo"
Dopo
Cremonese, Benevento e Brescia è arrivato, per il Perugia, in soli 16 giorni,
il quarto big-match contro il Lecce, primo in classifica e, probabilmente, la
squadra migliore del campionato. Non solo perché ha perso solo tre partite, ma
anche perché ha il migliore attacco e, dopo il Pisa, anche la migliore difesa.
Il combinato disposto, sintetizzato da una differenza gol di 22, indica la
squadra pugliese come legittima pretendente alla promozione diretta. E il
Perugia lo ha dovuto affrontare con le ferite aperte, ancora sanguinanti, di
due sconfitte pesanti, non tanto per merito delle avversarie, Benevento e
Brescia, quanto per demerito, principalmente, dei due arbitri Eugenio
Abbattista di Molfetta e Giampiero Miele di Nola, due nomi una garanzia di abbagli,
sviste, errori. Non era facile dimenticare tutto questo e affrontare con il
piglio giusto la capolista. Massimiliano Alvini, come al solito, ha studiato
attentamente il Lecce, un avversario - lo ha detto Alvini alla vigilia della
gara - che merita il massimo rispetto e che è opportuno affrontarlo con la
massima attenzione e la necessaria prudenza, che vuol dire pressing meno insistente
del solito, più accorto e ragionato. Tenere più lontano possibile da Chichizola
i pericolosi attaccanti giallorossi. E così è stato per lunghi tratti del primo
tempo, con due squadre a conquistare la supremazia territoriale nella zona
centrale del campo, senza, però, mai essere veramente insidiose per i due
portieri. Nella prima parte ci sono stati, però, due episodi, con i falli di
Kouan, che hanno indotto l’arbitro a espellere il giocatore. In dieci il
Perugia ha giocato così tutto il secondo tempo, ma lo ha fatto, sorprendendo un
po’ tutti, lottando su ogni pallone, con l’orgoglio, il cuore, la voglia di
reagire alla inferiorità numerica. E il Lecce è rimasto come stordito da questa
straordinaria metamorfosi, tanto da subire al 67’anche il gol, di Olivieri.
L’ex, dal dente avvelenato, su lancio di Burrai ha evitato l’uscita un po’
avventurosa del portiere Bleve, che aveva sostituito da qualche minuto Gabriel,
infortunato, ed ha messo in rete. Il vantaggio ha ancor di più galvanizzato i
padroni di casa che hanno arginato piuttosto bene e senza troppi affanni, la
reazione dei giocatori di Marco Baroni. Certo, c’è voluta, però, anche la
prestazione puntuale ed efficace di Chichizola che in almeno tre occasioni ha
salvato la sua porta da situazioni pericolose. La partita sarebbe finita così
se al 90’, su mischia, la palla non fosse finita sul braccio di Santoro. Rigore
trasformato da Coda e pareggio. Un punto che non ha soddisfatto Alvini e forse
nemmeno i tifosi, ma la classifica tutto sommato lascia ampi margini per sperare
in un posto nella zona play off. Ma sabato prossimo, sulla strada dei grifoni,
ci sarà la trasferta a Reggio Calabria, contro gli amaranto che sono solo a tre
punti di distacco dai biancorossi. E che, all’andata, hanno vinto al “Curi”. Al
“Granillo”, probabilmente, si giocheranno molte delle ambizioni di entrambe le
squadre.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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