Il Perugia, in due partite in casa, trova solo un punto, per mantenersi, precario, sul predellino del treno dei play off

 

Al di là dell’ottimismo, era possibile, nel ventaglio delle ipotesi, che contro Spal e Como, due tra le squadre che finora hanno fatto più pareggi, le partite non fossero affatto facili, anche se, in verità, si aspettavano queste due confronti casalinghi per conquistare sei punti, e salire sul treno dei play off. Il Perugia è ancora a bordo, s’intende, anche se rimane sul predellino, in posizione assai precaria, invece che seduto, comodo, in carrozza. Le avversarie dirette, che lottano, come i grifoni, per due posti, vale a dire Frosinone, Ascoli e Cittadella non tutte, per fortuna, fanno faville. E allora bisogna ancora aspettare, e sperare. Contro il Como, il Perugia doveva vincere anche per lavare l’onta della sconfitta pesante (4-1) subita all’andata e, invece, ha perso. Sbagliando tutto quello che si poteva sbagliare, in campo e fuori. Massimiliano Alvini ha cominciato con una sorpresa, tipo uovo di Pasqua. Non potendo disporre di Matos, anche lui indisponibile come Rosi, Angella e Dell’Orco, ha pensato di mettere una sola punta, De Luca e dietro D’Urso e Kouan, ma soprattutto cercando, in fase offensiva, spunti creativi dalle fasce, dove c’erano Falzerano a destra e Beghetto a sinistra. Sulla carta poteva essere una scelta felice ed infatti si sono costruite molte palle gol, ma De Luca, che ne ha avuto almeno tre, da buona posizione, se l’è divorate. Ci sono andati vicino altri ma Facchin e la difesa del Como, in qualche modo, hanno salvato la porta, così che il primo tempo, tra tante recriminazione per quello che si poteva fare e non si era fatto, è finito con uno 0-0 sconfortante, che non rappresentava l’andamento del gioco, considerando che gli uomini di Giacomo Gattuso si erano dimostrati, fino ad allora, molli, sotto tono, sciapi e inconcludenti. Logica voleva di fare entrare subito, all’inizio del secondo tempo, Oliveri, il giocatore poi, finalmente, è entrato, solo al 12’, ma la mossa sbagliata del tecnico biancorosso è stata quella di sostituire D’Urso. È vero che contemporaneamente è entrato anche Burrai per prendere il posto di Ghion, piuttosto opaco ed anche ammonito, ma non è concepibile visto che bisognava costruire le azioni da gol, togliere D’Urso e lasciare Kouan: è una bestemmia calcistica, mister Alvini. Poteva essere comprensibile, e giustificabile, forse sul 3-0 non sullo 0-0, anche perché Christian, in mezzo al campo, si era dimostrato, fino a quel momento, il migliore. Aveva dato una palla gol a De Luca (sprecata) da applausi. Nonostante i cambi, o proprio per effetto di qualche sostituzione, le cose nel secondo tempo sono peggiorate nel senso che non ci sono state le occasioni del primo. Il Perugia ha ruminato gioco, inutilmente, a centrocampo e Facchin, il portiere del Como, ha fatto solo l’ordinaria amministrazione. L’incapacità offensiva dei padroni di casa, ad un certo punto, ha convinto i lariani che, stando in quel modo le cose, non era del tutto insensato provare a vincere, e, al 23’, è bastata un’azione, una sola, perché Ciciretti, in area, si aggiustasse la palla con abilità, libero da marcature, e battesse irrimediabilmente Chichizola. Sotto la curva Nord, tra lo stupore e lo scoramento dei tifosi. Una sconfitta pesante perché subita da una squadra modesta, ingigantita dagli strafalcioni dei biancorossi e, per la parte di sua competenza, del tecnico.  Da sei punti (previsti) ad uno (ottenuto) porta il bilancio in casa, grave e desolante. È vero tutto: il Perugia già salvo è un successo e quel che si riuscirà ad ottenere fino al 6 maggio è bene accetto, questo è necessario ricordarlo sempre, però c’è da rilevare che questo è un campionato molto equilibrato, e livellato in basso, in cui il Perugia non ha sfigurato e non è parso meno forte delle cosiddette ammiraglie, per questo, solo per questo ci sono, spesso, margini per rimpianti e recriminazioni.  

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia     

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