Il Benevento trova il jolly nel Var e vince, su rigore, a Perugia (0-1)

 

Su calcio di rigore il Benevento ha vinto una partita fatta di sofferenze, ma la squadra di Massimiliano Alvini, pur dominando per 95’, non è riuscita a creare le occasioni da gol per vincere il match. La gara era cominciata con il Perugia protagonista, secondo i canoni del suo allenatore: pressing alto, azioni insistenti, collezione di calci d’angolo, tanto che la difesa, predisposta da Fabio Caserta, sembrava dovesse cedere da un momento all’altro. Superiorità territoriale, gioco prevalentemente nella trequarti degli ospiti che hanno sempre subito, salvo, di tanto in tanto, qualche incursioni dalla parte opposta del campo ma che hanno fruttato sono tre soli tiri, da fuori, parati agevolmente da Chichizola. Il Perugia che ha costruito tanto, però, non ha fatto nemmeno quello, cioè non ha tirato mai nello specchio della porta. In queste condizioni lo 0-0 alla fine del primo tempo era un risultato pressoché scontato. Ma, proprio allo scadere, un fallo di mano di Angella, visto dal Var ha indotto l’arbitro, dopo aver rivisto più volte le immagini riproposte dalla diabolica macchinetta, a decretare il calcio di rigore, e Forte, dal dischetto, ha portato in vantaggio il Benevento. Con ritmi meno alti ma con la stessa pressione di gioco, il Perugia ha iniziato il secondo tempo e al 64’ i grifoni sono andati vicinissimi al pareggio, ma il pallone colpito di teta da De Luca è finito sulla traversa. Intanto il Benevento, in contropiede, ha provato a chiudere la gara, ma la squadra campana non è mai riuscita a sfruttare a dovere gli ampi spazi lasciati dai grifoni, nonostante l’inserimento, in attacco, di Lapadula. Alvini, ha cercato la soluzione nei cambi: D’Urso al posto di Ghion e Oliveri per Matos. Anche sostituzioni per trovare soluzioni dalle fasce con Ferrarini, entrato al posto di Lisi, messo a destra e spostamento di Falzerano a sinistra, ma il Benevento, seppure con qualche mischia, è riuscito a salvare il vantaggio anche perché, l’ultimo acuto, all’85’, con il pallone scagliato da Ferrarini è parato dal bravo Paleari. Una sconfitta, la quinta, quarta in casa, non meritata, per il volume di gioco, per la pressione esercitata dal primo all’ultimo istante. Il Benevento, che veniva dai 5 gol inflitti al Como, non ha deluso ma non ha nemmeno mostrato meraviglie, ha vinto solo perché ha trovato il jolly, un episodio fortuito, un po’ avulso dal contesto e dal gioco.  C’è però da rilevare che, forse, Massimiliano Alvini ha rinunciato con troppa leggerezza a D’Urso e Oliveri, fatti entrare solo a metà del secondo tempo. Contro una squadra come il Benevento la fantasia tattica del trequartista e il peso offensivo dell’attaccante, probabilmente, avrebbero consentito al Perugia di evitare la sconfitta. È vero che ci sono tante partite, ma per vincere contro avversari quotati, anche se nella circostanza non trascendentali, ci vuole, oltre al furore agonistico, anche la qualità nel gioco, la verticalizzazione e, soprattutto, i tiri in porta. Tra le prime dodici squadre, il Perugia, con 29 reti, ha il peggiore attacco, dopo quello del Cittadella. Vuol dire qualcosa. Ora, però, ci sono due esami importanti per i grifoni, martedì a Brescia e, domenica 6 marzo, di nuovo al “Curi”, contro il Lecce. Le occasioni per il riscatto non mancano.

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia  

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