I grifoni volano alto al "Del Duca" e "cancellano" l'Ascoli (0-1)

 

Le differenze tra Ascoli e Perugia, che oggi si sono affrontate, per la 21esima giornata al “Del Duca”, non erano tanto i quattro punti in classifica (tre presi al “Curi”, all’andata, con due jolly di Saric) quanto dal fatto che l’undici marchigiano arrivava con il morale alle stelle, ed il vento in poppa, per le due vittorie consecutive, in trasferta, a Terni e Cosenza. I grifoni, invece, erano ancora intenti a leccarsi le ferite, frastornati dalla pesante e sconcertante sconfitta contro il Pordenone. Non solo, alla vigilia, Massimiliano Alvini era tormentato dal dubbio se e quando utilizzare i nuovi acquisti. Perché se è vero che squadra che vince non si cambia, il detto vuole che sia buona cosa non persistere nell’errore e cambiare, prima possibile, la squadra che perde. Era quello che tutti si aspettavano dal tecnico biancorosso, che, cioè, inserisse subito almeno Christian D’Urso, appena arrivato (in prestito) dal Cittadella. Insomma il trequartista invocato da mesi finalmente era a disposizione, ma Alvini ha sorpreso tutti, confermando, invece, la stessa formazione, con una sola eccezione, Santoro al posto di Burrai. Con queste premesse, nelle Marche, era da aspettarsi, per il Perugia, una gara fatta di rischi e sofferenze. E, invece, c’è stata una prestazione impeccabile, autorevole, di netta, sorprendente superiorità. Nei giorni scorsi, evidentemente, il tecnico ha saputo motivare al massimo i calciatori, al punto da far scattare in loro una reazione d’orgoglio, impegno e determinazione. E così è successo che, alle 18,30, è cominciata una imprevedibile lezione di calcio, in cattedra Massimiliano Alvini e in campo i suoi undici, irresistibili allievi. Andrea Sottil è rimasto sorpreso, e i calciatori bianconeri più di lui: confusi, frastornati, fallosi, sbandati. Che non sono stati in grado di fare nemmeno un tiro in porta. Però, nonostante questa nettissima superiorità tecnica e tattica (geniale la marcatura di Segre a Maistro, per togliere idee, estro e fantasia ai padroni di casa) il gol è venuto, al 26’, grazie ad una deliziosa punizione di Lisi. Il minimo. Sì, è vero, il Perugia ha sfiorato il raddoppio, soprattutto con Matos e De Luca, però per vincere c’è voluto, ancora una volta, la prodezza del singolo. Quando si dice che il Perugia ha vinto e fatto una prestazione al limite della perfezione, si dice, ovviamente, il vero, ed il limite, solito, ripetuto all’infinito, sta in queste 22 reti, poche, come il Crotone, terz’ultimo. Le pedine che sono arrivate, D’Urso e Oliveri, soprattutto, forse, riusciranno a colmare questa lacuna. Lo vedremo presto, cominciando da sabato prossimo, al “Curi”, contro il Frosinone. Da Ascoli, intanto, torna una squadra rinfrancata ed euforica, che si è ampiamente riscattata e che può guardare, con curiosità, interesse e cupidigia, come peraltro i tifosi, la vicinissima zona play off.

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia  

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