L'Ucraina bottino di guerra di Putin-Trump
Temo
- e spero di sbagliarmi - che l’Ucraina sia destinata ad essere il bottino di
guerra di Putin e Trump, due spregiudicati protagonisti del nostro tempo, diventati
improvvisamente alleati, uniti da comuni interessi. Si sperava di potere
assistere, finalmente, ad una trattativa di pace, seppure impregnata di prepotenze,
sopraffazioni e violenze, oltre che di morti e distruzioni. Ma questo
appuntamento è stato, ancora una volta, rinviato a non si sa a quando. Il
pessimo show di Ronald Trump, in mondovisione, nell’incontro - scontro nello studio
Ovale della Casa Bianca con Volodymyr Zelensky ha lasciato mezzo mondo
esterrefatto e preoccupato. Il presidente dell’Ucraina era andato a Washington
convinto di poter trattare sulla pace sia pure da una posizione di debolezza e
per questo era rassegnato a cedere parte delle terre rare, boccone ghiotto per
Trump e per i suoi amici e sodali, imprenditori senza scrupoli peggio di lui, ai
quali interessano moltissimo quelle terre ricche di minerali. Quegli stessi
minerali sui quali ci sono le mire di Putin sin da quando, nel febbraio 2022,
ha deciso di invadere l’Ucraina, derubricata come “operazione militare speciale
per denazificare l’Ucraina”. Ora, dopo aver visto il modo arrogante e violento
di Donal Trump e del suo vice JD Vance, con cui hanno trattato Zelensky, è
abbastanza evidente che la situazione è diventata più complicata. Il tycoon vuole imporre a tutti i propri interessi
e quelli dei suoi amici americani, e non ne fa mistero. Ha ben capito che,
attualmente, ci sono tre protagonisti sulla scena mondiale: gli Stati Uniti, la
Russia e la Cina. Manca, clamorosamente, la quarta potenza che avrebbe dovuto,
e potuto, essere l’Europa, per ora, e chissà per quanto, fuori gioco, perché
molle, divisa, senz’anima e senza politica, con 27 spiriti diversi. E,
particolare di non poco conto, senza un esercito comune. In questa situazione, i
rischi di minacce militari praticamente si azzerano se gli Stati Uniti si
alleano con una delle due potenze, Russia o Cina, i rischi sono pressoché nulle
con il potenziale nucleare che fa da deterrente ad un eventuale conflitto
mondiale. La guerra, invece, c’è, da sempre, più o meno strisciante, ed è
quella economica. Le armi per combatterla sono i dazi, e, infatti, non è un
caso che il presidente americano ha subito detto di volerne fare largo uso,
forse anche troppo. In particolare verso il nemico più pericoloso, che è, per
un’infinità di ragioni, la Cina. Che è necessario frenare dal punto di vista
economico ed anche espansionistico, considerando che Xi Jinping da tempo pensa a
come annettere Taiwan. Se questo è lo scenario a Ronald Trump serve trovare un
alleato potente che può aiutarlo a porre questo doppio argine alle mire
ambiziose di Pechino. E non poteva capitare momento migliore per riallacciare i
rapporti con Vladimir Putin. Lo Zar russo, dopo l’aggressione all’Ucraina, è
impelagato, da tre anni, in una guerra
sanguinosa e nel 2023 la Corte Penale Internazionale dell’Aia (che la Russia
non riconosce, non avendo firmato lo statuto di Roma ) ha emesso un mandato di
arresto nei suoi confronti per “presunti crimini di guerra di deportazione di
bambini dai territori ucraini occupati nella Federazione Russa” e si trova, quindi, un po’ emarginato dalla stragrande maggioranza
dei paesi Occidentali che si sono schierati, fornendo armi, con l’Ucraina. Ronald
Trump è il solo che può far uscire dall’impasse e dall’isolamento Putin. Dicendo
che bisogna fare subito la pace, togliendo gli aiuti militari all’Ucraina, umiliando
e insultando Volodymyr Zelensky, e lodando l’operato di Putin, ha mandato un
messaggio chiaro e senza appello. Significa costringere il presidente ucraino
ad accettare le condizioni che stabiliranno Putin e Trump, in pratica si
divideranno, come bottino di guerra, le terre rare, quelle ricche di minerali, e
poi, per la ricostruzione, faranno entrare l’Ucraina nell’Unione Europea, così
a pagare, anche queste spese, saranno ancora una volta i cittadini dell’Ue, per
l’enorme business dei palazzinari.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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