Gli ultras dei grifoni contestano le "squadre B", e per protesta non andranno ad Alessandria per Juventus Next Gen. - Perugia
Alcuni
gruppi organizzati di tifosi del Perugia (Armata rossa, Ingrifati e Nucleo XX giugno)
per protestare contro la presenza delle “squadre B” in Lega Pro non andranno ad
Alessandria, dove, al “Moccagatta”, domenica prossima, si giocherà Juventus
Next Generation – Perugia, per la nona giornata del Campionato di serie C. I
grifoni, però, non saranno senza tifosi al seguito perché il centro
coordinamento ha organizzato regolarmente la trasferta. Gli ultras Perugia spiegano,
in un comunicato diffuso sui social, i motivi della contestazione: “Società
facoltose fanno giocare giovani del vivaio in una “squadra B” senza storia, né
obiettivi concreti e tantomeno passione, allo scopo di accrescerne il valore. È
iniziata con la Juve, poi è arrivata l’Atalanta e chissà nel tempo a venire
quante altre arriveranno a prendere il posto di piazze storiche. A sostituire
città più o meno blasonate”. I motivi degli ultras sono del tutto condivisibili
e pongono una questione che andrebbe valutata con molta attenzione, sia dalla
Figc che dalla Lega. Anzi, sorprende come non sia stata sollevata prima. Perché
se tutti i club di A, come vorrebbero gli organi federali, facessero la squadra
B, ci sarebbero due campionati, la serie A e la serie C, con le stesse società? Non solo, così le due squadre, sia quella di A che quella di C, hanno a disposizione due organici, poiché i calciatori cartellinati possono partecipare indifferentemente a tutti e due i campionato. Una macroscopica, indecente ingiustizia. Troppi geni a guidare il calcio italiano. Ma poi far partecipare una seconda
squadra in serie C solo per consentire che i giovani del vivaio facciano
esperienza non mi pare una buona idea, al contrario, un errore, e per una serie
di motivi. Il primo è che un giovane cresce e matura, dal punto di vista
tecnico e caratteriale, se ha un buon allenatore e se fa esperienza in una
squadra vera. Giocare nella seconda squadra, e in serie C, è come giocare, più
o meno, una partita di allenamento. I giovani della Juventus Next Generation, a
parte il nome ridondante dato alla squadra, che domenica affronteranno il
Perugia, nemmeno a Torino, ma ad Alessandria, dove, immagino, a tifare per loro,
ci saranno, se liberi da impegni, solo i familiari, che tipo di esperienza
faranno? Se vincere o perdere non importa a nessuno? Senza l’importanza del
risultato la partita può servire, e sicuramente serve, per divertire, non per
preparare per ruoli più impegnativi e importanti. Non a caso, ancorché
imbottite di futuri “talenti”, sia l’Atalanta U23, nel girone A, che la
Juventus Next Gen, nel girone B, vivacchiano nelle zone basse della classifica:
i bergamaschi al 15esimo posto, i bianconeri al 16esimo. Cosa diversa,
naturalmente, se i calciatori di queste due squadre fossero andati in prestito
in squadre di serie C, con l’assillo e l’ansia di dover mettere in campo il
massimo impegno, per tenere alta la tradizione sportiva di quelle società, con
la pressione ed il sostegno appassionato, ed esigente, dei tifosi sugli spalti.
Ma c’è dell’altro, messo giustamente ed opportunamente in risalto dagli ultras
perugini: per far posto a queste due squadre sono stati esclusi club di città
importanti. E il pensiero va sicuramente a Reggio Calabria. Dopo le note
vicissitudini della Reggina, è nata, come si sa, una nuova società e una nuova
squadra: “La Fenice Amaranto Reggio Calabria” iscritta nel campionato di serie
D. Ebbene, tra le due nuove società Atalanta U23 e LFA Reggio Calabria credo
che la squadra calabrese avesse un’infinità di titoli e di ragioni in più per
essere preferita alla squadra bergamasca. Sarebbe stato necessario, però, che
nella Figc e nella Lega ci fossero state persone con più saggezza e più
equilibrio.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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