Oltre 140 miliardi (+64%) i ricavi di Enel, per forza, fa pagare anche senza consumare niente

 

Le notizie di questi giorni dicono che l’Enel, nel 2022, ha avuto un “decollo” dei ricavi oltre 140 miliardi di euro, con un incremento del 64% rispetto all’anno precedente, e con l’Ebitda a 19,7 miliardi.  L’occasione, per l’a.d. Francesco Starace, è stata ghiotta, per vantarsi, giustamente, dei risultati raggiunti, anche perché poi aggiunge: “Abbiamo tutelato, al contempo, i nostri clienti finali dallo shock dei prezzi energetici derivanti dalla crisi del gas”. Sarei indotto a dire bravo, anche perché, come piccolissimo azionista, avrò qualche euro di dividendo, poi, però, arriva la bolletta dell’Enel, per i primi due mesi dell’anno (1/1/2023 -1/3/2023) e lo shock non è per la crisi energetica, ma per il fatto che trovo, a fronte di un consumo di energia uguale a zero, una bolletta da pagare, e con una certa urgenza, di 42,53 euro. Nel dettaglio, del tutto ipotetico e surreale, c’è questa, allucinante, spiegazione: 8,60 euro per la “materia energetica”, ma non avendo consumato nulla, come è stata calcolata questa “materia energetica”? A questa si aggiungono 13,70 euro per il “trasporto dell’energia elettrica”, che non c’è stato, così come non c’è stata “la gestione del contatore” anch’esso staccato. Poi c’è l’Iva sul “nulla” di 2,23 euro. A proposito il “nulla” che tipo di bene è? E visto che l’Iva è un’imposta generale sui consumi come e dove li hanno trovati, i geni di Starace, i consumi a casa mia? In bolletta sono state aggiunte anche due rate, per il canone di abbonamento Rai, di 18 euro, nonostante l’Unione Europea, alla quale apparteniamo come Paese membro, però solo quando ci fa comodo, abbia considerato tale aggiunta, nella bolletta dell’energia elettrica, del tutto scorretta, in quanto - sostiene la Commissione -  il canone Rai è un “onere improprio” che mina la concorrenza del settore. Però il Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze, quello che deve incassare i soldi) non la pensa così. Quando mai a decidere, se bisogna pagare o meno, lo stabiliste il creditore? E così il canone ridiventa regolare e rimane in bolletta, con il rischio, per l’Italia, di una procedura d’infrazione. Purtroppo nessuno si rende conto, tra le mezzecalzette che occupano i palazzi delle istituzioni, che è una vergogna far pagare il canone Rai, a prescindere. Intanto perché la Rai, ormai, trasmette più pubblicità delle emittenti private e poi lo spreco, ostentato, osceno, volgare di denaro pubblico che fa la Rai supera, abbondantemente, ogni limite di decoro e di legalità. Uno schiaffo intollerabile a tutti coloro che devono fare sacrifici per mantenere questo indecente carrozzone politico.  Ma per il business e il balzo dei ricavi dell’Enel c’è pure, anche questa indecorosa, la speculazione sull’energia dei pannelli solari. Di solito, l’utente che ha sul tetto i pannelli solari paga, alla società fornitrice, l’energia che consuma e vende alla stessa società l’energia prodotta dai pannelli solari. Dovrebbe essere uno scambio, quasi, alla pari e invece non è così. Prendiamo una bolletta dell’Enel Energia, mercato cosiddetto libero dell’energia, società domiciliata, seppure con milioni di utenti, presso un’anonima casella postale, a Potenza. Si legge che su un consumo di 296 KWH il costo pagato dall’utente è di 84,11 euro. Per la cessione di 302 KWH (quindi più di quanto consumato) dallo stesso utente, sempre alla stessa società, e per lo stesso periodo, l’importo ricevuto è di 12,28 euro. Un’elemosina, sproporzionata, indecente, una speculazione che consente, appunto, enormi guadagni. Pur considerando, a parziale giustificazione, che l’impianto è stato fatto con i finanziamenti pubblici, è anche vero che questi costi, in realtà, li pagano sempre gli stessi utenti. Insomma, la speculazione e l’ingiusto profitto sembrano evidenti e comunque tutto eccessivo ed esagerato. Si potrebbe utilizzare direttamente l’energia prodotta dai pannelli solari e vendere, semmai, quella in eccedenza, ma siccome sarebbe la modalità più onesta e più semplice, senza imposte e tasse, e con meno business per la società elettrica, non si fa. Ovviamente.

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia

 

Commenti

  1. Buonasera Fortunato, ha perfettamente ragione e non si può che condividere ogni singola parola. Spero che articoli come questo siano sempre più presenti in ogni dove, ma purtroppo non nutro molta fiducia.
    Buona serata e a presto.

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  2. L'esempio riportato nell'articolo e' esemplare quanto sconvolgente, eppure purtroppo altrettanto ovvio, si potrebbe dire! Mi riferisco ai dati della bolletta Enel dove, per un consumo di 296 KWH il costo pagato dall’utente è di 84,11 euro, mentre per la cessione di 302 KWH alla stessa azienda (circa la stessa quantita') l’importo ricevuto è di 12,28 euro. Questo e' purtroppo il nostro calvario: e cioe' l'energia che ci arriva a casa ha un costo di mercato di circa 0.25 euro/kWh, e questo paghiamo. L'energia che vendiamo a Enel ci viene anch'essa pagata al costo di mercato, cioe' quanto Enel paga la quota di energia che gli viene fornita da altri operatori, che pero' in questo caso e' circa 0.03 euro/kWh. Quindi, discorso finito!? Io direi proprio di no, e fa bene l'articolo a sottolineare l'obbrobrio, anche se apparentemente non farebbe una piega. Apparentemente!...
    FF

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