L'Italia, l'ameno Paese dell'incertezza
L’Italia
è il Paese dell’incertezza. Tutto è bianco, ma può essere nero, e viceversa. E
non è del tutto escluso che potrebbe essere, volendo, anche grigio. Lo si
evince dagli esempi delle ultime tragedie: i morti di Rigopiano, quelli del
Covid e quelli di Cutro. Si potevano evitare? Sì, no, forse. Tutte le risposte
sono accettabili. Dipende. Queste tre sciagure ci offrono lo spunto per qualche
considerazione generale. La questione principale è che ci sono moltissime leggi.
Quante? La prima incertezza è che non si sa quante siano. A dirlo - ovviamente
nella massima incertezza - è una relazione al Parlamento curata dalla Presidenza
del Consiglio: “Sembra un paradosso, ma né i cittadini, né i pubblici poteri
sono in grado di sapere quante siano le leggi, e gli altri atti con forza di
legge, che sono tenuti a rispettare”. Quindi, se non lo sanno i ministeri e i
loro uffici legislativi, ossia quelli che hanno il compito di studiare e
scrivere le leggi, figuriamoci i cittadini. Sembra che le leggi siano 187 mila,
quelle emanate dalla nascita dello Stato unitario ad oggi. Gli atti normativi
in vigore sono circa 111 mila, ma si tratta di quanto pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale, quindi materiale che ha solo valenza nazionale. Nel conto, manca, la
legislazione regionale. Il ministro Carlo Nordio ha detto che sono 250 mila. Il
problema non è solo la quantità, è che spesso le norme sono contraddittorie e
ambigue, e, allora, l’incertezza si moltiplica a ragione delle possibili,
molteplici interpretazioni, aggravate dalle competenze, assegnate e distribuite,
in maniera caotica, agli uffici dello Stato, delle Regioni, delle Province, dei
Comuni, delle Sovrintendenze etc. E ci siamo dimenticati della legislazione
comunitaria. In questo mare magnum, il
povero cittadino rischia il naufragio e per venirne fuori è indotto, se non
proprio, a volte, addirittura costretto, a corrompere qualcuno, con il
conseguente risultato di essere tra i Paesi più corrotti al mondo. Se a tutto
questo si aggiungono le inopportune e infelici dichiarazioni di politici e
magistrati il quadro è veramente, decisamente desolante.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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