Il Parlamento come un supermercato, sempre aperto. Sconvolgente
L’articolo
in prima pagina di oggi, domenica 21 novembre, su Domani, il quotidiano di Carlo De Bendetti, è sconvolgente, e
induce all’espatrio. Perché ci si deve vergognare di vivere in un Paese ridotto
in queste condizioni, così com’è raccontato da Lisa Di Giuseppe. Già il titolo,
a quattro colonne, è inquietante: “Alle tariffe di Silvio Berlusconi per il
Quirinale bastano 60 milioni”. Intende, come spiega meglio nell’articolo, che
il Parlamento, è stato, e lo sarebbe tuttora, una specie di supermercato, dove
è possibile comprare, con estrema facilità, e con la massima disinvoltura, come
avviene, appunto, al market, i parlamentari. Basta pagare. Il potere persuasivo
è rappresentato dai soldi. È successo in passato e può succedere anche adesso, per
la scalata al Colle. Vengono ricordate le imbarazzanti (per noi) confessioni
dei parlamentari Sergio De Gregorio e Antonio Razzi. Il primo, riporta il
giornale “ha riferito che Silvio Berlusconi aveva lavorato per convincerlo a
passare con il centrodestra (era nell’Italia dei valori di Antonio Di Pietro) e
far cadere Prodi. Prezzo dell’operazione
- sempre secondo De Gregorio - tre milioni di euro di cui due in nero. Nel 2013
il senatore ha patteggiato 20 mesi di carcere per la vicenda, mentre Berlusconi
è stato condannato solo in primo grado (prescrizione in appello confermata in
Cassazione)”. Ad Antonio Razzi, altro parlamentare
di Idv, per fargli cambiare opinione e il voto, “alcuni emissari gli avevano
promesso l’estinzione del mutuo, la rielezione o un posto nel governo”. Allora,
quando queste notizie sono state pubblicate, nessuno è rimasto né sorpreso né
scandalizzato. Come fosse una cosa normalissima. E, ora, spiega Domani “per andare al Quirinale, se
davvero le affermazioni di De Gregorio fossero precise, a quelle tariffe (non
aggiustate per l’inflazione) con quasi venti voti mancanti, Silvio Berlusconi
dovrebbe sborsare tra i 50 e i 60 milioni di euro. Rispetto al suo patrimonio
attuale, stimato da Bloomberg in 9,15 miliardi di dollari, sarebbe appena lo
0,6 per cento. Una piccola somma per una grande soddisfazione, anche se con
qualche rischio legale”. Ma è davvero così? Si può diventare perfino capo dello
Stato comprando i voti? Non sono né giovane né ho la valigia pronta, ma se ciò
dovesse veramente accadere l’espatrio è un’ipotesi da prendere in seria
considerazione.
Fortunato Vinci - www.lidealiberale.com
- Agenzia Stampa Italia
Questo paese non mi meraviglia più, anzi, in ogni sua espressione, continua a deludermi sempre di più! È solo una questione di tempo, aspettare che tocchi il fondo.......si salvi chi può!
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