Al "Renato Curi" Antonio Buscè, con il suo Rimini, cala il poker, e il Perugia soccombe miseramente (1-4)

Quando dopo cinque minuti si prende un gol e quando dopo dieci si perde pure un uomo, perché espulso, si capisce chiaramente che la partita è subito in salita. Quel che però non si poteva pensare, e forse nemmeno immaginare, è che quel che sarebbe venuto dopo sarebbe stato decisamente peggio. È quello che è successo nella gara disputata dal Perugia contro il Rimini, roccioso e spavaldo, che ha vinto con un poker, oltre ogni ragionevole previsione. Il reparto ortopedia di Pian di Massiano è ancora affollato e Alessandro Formisano, per non affrettare le guarigioni, che rischiano di provocare danni maggiori, si deve arrangiare, come ormai fa dall’inizio del campionato, e conferma dieci degli undici che si sono battuti, lunedì scorso, egregiamente, contro il Pescara allo stadio “Adriatico”. Memori di quella prestazione, si era fatto un pieno di ottimismo, fiduciosi che nell’affrontare l’undici di Antonio Buscé, nel posticipo della sesta giornata, sarebbe arrivata la vittoria. L’approccio è stato da attacco alla baionetta, solo che i grifoni, ancora una volta, hanno mostrato, quasi subito, di non avere né l’ardore, né la baionetta, perché quei tre attaccanti che ha a disposizione Formisano, cioè Seghetti, Montevago e Sylla sono in infermeria. E allora si capisce che anche oggi non ci può essere nulla di facile e di scontato. Infatti i grifoni sono subito in difficoltà, già al 5’, quando da un’incursione sulla destra il pallone è finito nell’area dei padroni di casa dove più d’uno ha pasticciato così che Cernigoi non ha avuto alcuna difficoltà a segnare. Passano pochi minuti e forse nell’area dei romagnoli c’è un fallo su Bacchin che sembra da calcio di rigore, ma l’arbitro non è di questo avviso, da lì vibrate proteste al termine delle quali Matos si vede sventolare il cartellino rosso. Tutti ci saremmo aspettati, seppure in inferiorità numerica, una energica reazione, invece nulla o quasi, tanti passaggi inutili a centrocampo, ma nessuna vera occasione da gol. Al raddoppio ci vanno, invece, gli ospiti al 31’: Gemello respinge il pallone in tuffo, ma proprio sui piedi di Ubaldi che appoggia la sfera nella porta sguarnita. Tutte le speranze vengono riposte nel secondo tempo: chissà, magari, l’orgoglio. E invece ancora nulla, Formisano fa entrare, pensando di dare un po’ di consistenza all’attacco, Polizzi al posto di Lisi. Inutile anche questo tentativo, allora arrivano vicino al terzo gol i romagnoli, colpendo il palo con Langella, ma le speranze del Perugia svaniscono con il passare dei minuti perché a comandare la gara sono gli ospiti, combattivi, coriacei, veloci nelle verticalizzazioni, così che la porta di Gemello diventa oggetto di un tiro al bersaglio, con palloni che sibilano, minacciosi, da tutte le parti, e i grifoni in balia degli avversari, che con il solito Cernigoi, di testa, segnano, meritatamente, anche il terzo gol. Dopo un tentativo parato da Colombi, al 72’ anche il Perugia, con Cisco, va in gol, ma è solo un lampo, nient’altro, anche perché il Rimini, con Garetto, porta a quattro le segnature. Qui è il caso di far scendere il sipario sperando che effettivamente questa prestazione deludente e scoraggiante sia dovuta, come ha detto nel dopo partita Alessandro Formisano, ad eccessivo nervosismo per i torti arbitrali subiti questa sera e nelle ultime gare. A Pesaro contro la Vis, lunedì prossimo, è attesa una reazione, che però sia fruttuosa, convincente e definitiva. Sì, forse è troppo.             

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia 

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