La politica che non ha nulla da offrire se non favori e soldi

 

Capita spesso che, vedendo la statura modesta, a volte addirittura infima, di alcuni politici, rimaniamo sorpresi dai voti che riescono a ottenere. E allora ci si chiede: ma come hanno fatto a votare questo tizio? Quante volte, vedendoli e sentendoli, facciamo questa domanda ingenua, pur conoscendo la risposta. Perché non erano necessarie le inchieste della magistratura di questi giorni, a Bari e a Torino, per scoprirlo, si sapeva già da prima come andavano le cose. Molti politici non hanno nulla da offrire agli elettori, non hanno le capacità, visto i criteri con i quali vengono scelti e candidati, e, di conseguenza, non possono nemmeno presentare programmi che possano interessare e convincere. E così davanti al rifiuto generalizzato di andare a votare, l’unico modo per ottenere i voti è quello del voto di scambio, promettendo favori, un metodo ancora più efficace e convincente: favori e soldi. E siccome non si vogliono sporcare le mani direttamente hanno bisogno di trovare qualcuno di pochi scrupoli, meglio se in odore di mafia, capace di esporsi e rischiare per loro. Nasce così una rete, più o meno occulta, illecita e indecente, molto più diffusa di quanto si possa pensare, alla quale si devono necessariamente affidare molti politici senza arte né parte. La rappresentazione, lo so, è, allo stesso tempo, raccapricciante e deprimente, ma è così, macroscopicamente evidente. E allora non c’è altro che fare catenaccio, evitando che lo sappiano i magistrati. Non a caso, proprio ieri, è stata approvata in Senato una norma che rende ancora più complicato, per i Pm, acquisire notizie e scoprire reati attraverso il sequestro degli Smartphone. Perché ha spiegato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio “nei cellulari c’è la vita intera”.  Sì, è vero, anche quella che può interessare i Pm.

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia  

 

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