Il dilemma agli italiani, ambiguo e imbarazzante, di Giorgia Meloni

 

È increscioso e deprimente l’ultimo intervento di Giorgia Meloni, venerdì scorso, su cosa pensa degli italiani. Non solo popolo bue, anche stupido e ignorante. Per cercare di spiegare come e perché sia necessaria la riforma della Costituzione, che si è inventata lei, con l’elezione diretta del premier, ha detto che c’è stata “una sola endemica ragione, la debolezza della politica” se ci sono stati i “ritardi infrastrutturali, quelli in ricerca e sviluppo, il divario Nord-Sud e la difficoltà dell’Italia di difendere i propri interessi”. La debolezza della politica? Ma quando? Semmai è stato il contrario: c’è stato lo strapotere della politica, come, peraltro, si è visto anche in questo anno di governo Meloni, in cui ha fatto quasi tutto lei, pressoché da sola. Dalla composizione del governo, ai trattati internazionali, alle nomine in tutti i gagli delle istituzioni, trovando, tra i parenti e i fedelissimi, le colonne portanti delle istituzioni di questo Paese. Tanto da avere indotto la segretaria del Pd, Elly Schlein, di dire, ieri dal palco, “la Meloni non vuole governare, vuole solo comandare”. Per quanto riguarda il passato, c’è stato sempre una politica con uno straordinario ed eccessivo strapotere, e se ci sono, purtroppo, quei problemi che ha elencato la presidente del Consiglio, ciò è dovuto, quasi sempre, non alla debolezza, ma all’incapacità e all’egoismo della politica, che ha fatto prevalere, come al solito, gli interessi personali a quelli generali, con la corruzione dilagante e le complicità con le organizzazioni malavitose. Questo è quello che è successo, e non c’entra nulla con la riforma e il potere da assegnare al capo del governo. Se ci sono stati più governi rispetto ad altri paesi, citati dalla Meloni, è che, in Italia, i parlamentari, appena eletti, pensano di poter fare i propri comodi e, tradendo gli elettori e violando la Costituzione, cambiano partito (anche più volte) e opinioni, rendendo così sempre fragile e precaria ogni coalizione che sostiene il governo. Sono stati questi tradimenti, per potere e per soldi, di cui l’Italia peraltro detiene il record mondiale, che hanno provocato, come ricorda la Meloni “in venti anni 8 presidenti del consiglio e 11 governi diversi”. Poi, è apparso del tutto inopportuno il dilemma posto agli italiani quando la presidente Meloni ha detto, sempre riferendosi alla elezione diretta del capo del governo: “Voi cosa volete fare, volete contare e decidere, oppure stare a guardare mentre i partiti decidono per voi? “Una scelta posta in questi termini è offensiva e falsa. È offensiva per l’intelligenza dei cittadini.  È falsa perché gli elettori italiani, nonostante l’art. 1 della Costituzione dica che la “sovranità appartiene al popolo”, da molti anni, ormai, non decidono quasi niente, perché una legge elettorale, vergognosa e incostituzionale, ha assegnato, di fatto, il potere di formare il Parlamento ai 7/8 segretari nazionali dei partiti. Non è un caso che ormai alle urne, per votare, si reca solo la metà degli aventi diritto. Perché votare non significa scegliere, ma solo avallare quello che hanno già voluto e imposto i segretari dei partiti. Due esempi che in tutti i Paesi sarebbero clamorosi, ma qui sono del tutto normali, tanto che non si vergogna e non si scandalizza nessuno. Maria Elena Boschi, toscana, doveva essere eletta a tutti i costi ed il segretario nazionale del suo partito, allora il Pd, Matteo Renzi, l’ha candidata in un collegio “sicuro” in Alto Adige. Nella legislatura successiva, lei essendo passata, nel frattempo, al partitino di “Azione” di Carlo Calenda, per essere certa di essere eletta, è stata candidata in Calabria. Qualche settimana fa nel collegio di Monza/Brianza Adriano Galliani è stato eletto al Senato con una maggioranza del 51,46%, ma sul 19,2% degli elettori, in pratica con il 9,88% degli aventi diritto. Quel 90,12% che non voleva Galliani quanto ha contato? Qualcuno potrebbe obiettare: la colpa è di chi non è andato a votare, ma non è andato perché non aveva altra scelta. Ma dove ha visto, la presidente Meloni, che gli italiani contano e decidono? Purtroppo non contano e non decidono. E stanno pure zitti. Se però è vero, come dice, che vuole “dare più potere ai cittadini” lo può fare cominciando con il cambiare la legge elettorale, prima ancora della elezione diretta del premier.    

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia

Commenti

  1. Stavolta, solo un breve commento all’articolo dove dice che da molti anni ormai gli elettori non decidono piu’ niente. Intanto hanno deciso di farci governare da questa destra e da questo Presidente totalmente ispirato nella sua azione politica al decennio di cento anni fa. Fin dove puo’, cerchera’ di ripercorrerne tutte le tappe, riadattandole ai tempi nuovi, naturalmente.
    FF

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