Il Perugia al "Del Duca" fa di tutto per perdere e resuscitare la squadra marchigiana in grosse difficoltà (1-0)
Passi
indietro, prestazione sconcertante, dal punto di vista prima tattico e poi
tecnico. Acqua gelata sull’entusiasmo e sulle speranze che avevano suscitato
gli ultimi successi. Il Perugia al “Cino e Lillo Del Duca” di Ascoli ha saputo
fare tutte queste cose insieme. L’Ascoli, una squadra in grosse difficoltà, con
quattro sconfitte ed un pari nelle ultime cinque partite, con l’esonero di Cristian
Bucchi e l’arrivo di Roberto Breda, scesa in campo tremebonda, sembrava
l’avversario ideale, da battere facilmente, i grifoni, invece, hanno fatto di
tutto per perdere. Ha cominciato Fabrizio Castori, rinunciando,
inspiegabilmente, a Di Serio e Olivieri, quest’ultimo entrato solo nel secondo
tempo e con Matos, ancora non in perfette condizioni fisiche, defilato, dalle
parti della bandierina, così era pressoché impossibile segnare, infatti i tiri
in porta sono stati zero nel primo tempo e alla fine solo uno. Se a questo si
aggiunge che il gioco è stato modesto, per non dire scarso, come tutta la
partita, si ha l’idea di un match deludente, che sarebbe finito 0-0 se al 60’
Collocolo non avesse trovato la palla, appena dentro l’area, per fare un tiro
in porta, penoso anche quello, solo che c’è stata una deviazione di Dell’Orco
che ha ingannato il portiere Gori. Nemmeno nell’ultima mezzora quando bisognava
dare tutto per cercare di recuperare lo svantaggio il Perugia ha avuto una
reazione, ha continuato a balbettare calcio e mostrare, per l’ennesima volta,
la sua impotenza realizzativa. L’unica occasione l’aveva creata Lisi, al 52’,
impegnando Leali in una deviazione in tuffo. Il resto tutto fumoso, approssimativo
e pasticciato. Eppure i tre punti erano diventati preziosissimi per fare un
gran balzo in classifica, dopo le sconfitte di Benevento, Spal, Brescia e
Cittadella, e il pareggio del Como. Invece è arrivata la dodicesima sconfitta,
e si affronterà il derby, sabato prossimo, al “Curi”, con i soliti fantasmi che
incombono su una classifica di nuovo precaria e preoccupante.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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