Il ruolo dei campioni come Pelé e Maradona, condottieri, al di là dei successi sportivi
La
scomparsa di Pelé ha provocato il cordoglio, commosso, di tutto il mondo,
sportivo e non. Perché Edson Arantes do Nascimento, qual era il suo vero nome,
è stato un fuoriclasse, umile, bravo, eccezionale, che non ha avuto rivali in
campo e fuori. I giocatori come Pelé verranno ricordati non solo perché sono
stati unici nel gesto sportivo, un insieme di tecnica raffinata e genialità, ma
anche perché hanno saputo nobilitare quel gioco del calcio, che non è solo dare
un calcio ad un pallone, ma che è qualcosa di più e di diverso: lo hanno saputo
rendere avvincente e spettacolare, coinvolgendo gli appassionati e i tifosi che
da quei gesti, da quei successi sportivi, hanno trovato spunti, suggestioni ed
emozioni, per esultare e gioire. Il confronto tra Pelé e Maradona, spesso
riproposto, è stato fatto sotto il profilo tecnico e sportivo, ma è stato
sempre un errore, perché è un paragone improprio e improponibile, perché sono
stati due campioni, due geniali fuoriclasse, che hanno giocato in contesti
diversi, con compagni diversi, in realtà completamente diverse, per cui mancano
i presupposti oggettivi per poter fare un parallelo. Entrambi, però, hanno
avuto un ruolo da condottieri, anche questo immenso, unico, bellissimo, perché
con la magia dei loro gesti tecnici e con i loro conseguenti successi sportivi
hanno saputo portare al successo le squadre, ma hanno portato al successo pure un
Paese, una popolazione, una città. Paese, popolazioni e città, che hanno
trovato motivi per esultare insieme con i propri campioni. Pelé ha dato lustro
al Brasile. La Coppa del mondo non è stato solo il trionfo di una squadra, è
stata l’esaltazione di un Paese, d'orgoglio di un popolo. Maradona, oltre all’Argentina,
ha portato al successo il Napoli, i napoletani. Certo, si è trattato -
purtroppo è vero - di un successo breve,
passeggero, effimero, eppure immenso e, come tale, memorabile. Quello che non
hanno saputo fare le istituzioni lo hanno saputo fare loro, con le loro
prodezze. Regalare un momento di gioia e di sorrisi a chi nella vita non ha
avuto la fortuna di avere tante occasioni per gioire e sorridere. È la magia
del calcio. E loro sono stati gli impareggiabili, indimenticabili, assoluti protagonisti.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
. Agenzia Stampa Italia
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