Il Presidente Mattarella non può firmare una legge che fa scempio della Costituzione

 

La legge di Bilancio appena approvata alla Camera, ed ora all’esame del Senato, contiene, al suo interno, una norma che fa scempio della Costituzione. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha già autorizzato il disegno di legge sulla manovra e che ora si appresta a promulgarlo, dopo l’approvazione delle Camere, non può non rendersi conto che sta per firmare qualcosa di gravità inaudita.  Non solo il fatto che il governo si sia sostituito alle Camere nel potere legislativo, facendo arrivare in Parlamento una legge blindata e fatta approvare con il voto di fiducia, cosa, in verità, che succede ormai sempre più spesso, è che la cosiddetta flat tax, tassa piatta, che “regala agli autonomi, con partita Iva, fino ad 8 mila euro in più” come riporta questa mattina un giornale in prima pagina, è “incostituzionale ed iniqua”, come ho già ho avuto modo di scrivere il 23 novembre scorso. In questo modo i lavoratori autonomi e i professionisti, sui redditi fino a 85 mila euro, pagano di Irpef, solo il 15%, un’imposta proporzionale e non progressiva come, invece, impone la Costituzione. Mentre un lavoratore dipendente, un pensionato, o qualsiasi altro contribuente, con lo stesso identico reddito, deve pagare secondo queste aliquote Irpef: fino a 15.000 euro il 23%, da 15.000 a 28.000 il 25%, da 28.000 a 50.000 il 35% da 50.000 in poi il 43%. Come si vede, non paga un po’ di più, paga quasi tre volte di più! Appunto, fino a 8 mila euro in più. Lo ha rilevato, in una simulazione, anche l’Osservatorio Conti Pubblici Italiani.  Si tratta, come si evince facilmente, non solo di una legge iniqua, con pesanti effetti distorsivi, come il fatto che un’azienda, senza assumere, può trovare più conveniente servirsi di collaboratori autonomi con partita Iva, più o meno finta, è che si tratta, soprattutto, di una legge che vìola, e sotto diversi profili, il dettato costituzionale. Non solo l’art. 3 di “tutti i cittadini eguali davanti alla legge” ma anche il primo e il secondo comma dell’art. 53 “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. In tempi piuttosto recenti Sergio Mattarella, in qualità di presidente della Repubblica, ha detto ad un gruppo di studenti:" C'è un caso in cui posso, anzi devo, non firmare: quando arrivano leggi o atti amministrativi che contrastano palesemente, in maniera chiara, con la Costituzione. Ma in tutti gli altri casi non contano le mie idee: ho l'obbligo di firmare". Siccome è così, questo è quel caso tipico, ipotizzato dallo stesso Presidente. Come può, quindi, mettere la propria firma su tali macroscopiche violazioni?  

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia  

 

Commenti