Incostituzionale e iniqua la flat tax per le partite Iva

 

 “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione”. È stata questa la formula di rito con la quale, poco più di un mese fa, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e il suo governo hanno giurato al Quirinale, in forma solenne, davanti al Presidente della Repubblica. Ed è possibile, ora, ignorare e fare esattamente il contrario di quello che dice la Costituzione, da osservare lealmente? È possibile. Ed è possibile farlo anche con la massima disinvoltura e senza che nessuno s’indigni e protesti. Lo scempio riguarda l’art. 53 che così recita: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. Ebbene, con la nuova legge di bilancio, appena varata dal governo, si stabilisce che le cosiddette partite Iva, che poi sono i lavoratori autonomi e i professionisti, sui redditi fino a 85 mila euro, paghino di Irpef, con un’imposta proporzionale e non progressiva come, invece, impone la Costituzione, solo il 15%. Mentre un lavoratore dipendente, un pensionato, o qualsiasi altro contribuente, con lo stesso identico reddito, deve pagare con queste aliquote Irpef: fino a 15.000 euro il 23%, da 15.000 a 28.000 il 25%, da 28.000 a 50.000 il 35% da 50.000 in poi il 43%. Come si vede, non paga un po’ di più, paga quasi tre volte di più! Uno studio del Servizio politiche fiscali della Uil ritiene che la differenza tra autonomi, con un fatturato di 85 mila euro, e pensionati e dipendenti con un reddito equivalente può raggiungere, nei casi estremi, oltre l'800% di imposte versate in più da parte di questi ultimi, in pratica un lavoratore autonomo verserebbe fino a 27.00 euro di Irpef in meno, ogni anno, senza contare lo sconto sui contributi previdenziali. "Una differenza enorme che non trova giustificazione" sostiene il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti. Si tratta, come si evince facilmente, di una legge iniqua, che vìola, e sotto diversi profili, il dettato costituzionale, come è in grado di capire chiunque abbia fatto anche solo le elementari, eppure questa profanazione costituzionale, così marchiana e così evidente, non si capisce come possa sfuggire alla Corte Costituzionale, al Presidente della Repubblica e, perfino, ai costituzionalisti che fanno salotto in Tv. La prossima volta, allora, non fateli giurare, almeno evitiamo questa penosa, inutile sceneggiata.  

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia  

 

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