In Europa vogliono relegare in tribuna Giorgia Meloni e il suo gruppo
In Europa, com’ è noto,
oltre al torneo di calcio, si gioca un altro torneo ancora più importante,
quello politico, per i nuovi assetti nel Parlamento e nella Commissione. Noi,
come Italia, non siamo favoriti né nell’uno e nemmeno nell’altro. Mentre in
quello calcistico molto dipenderà da cosa sapranno fare gli Azzurri, nel torneo
in cui c’è, come c.t., Giorgia Meloni molto dipenderà dagli altri. E In questi
preliminare, che poi sono le negoziazioni tra i sei rappresentanti dei maggiori
partiti, in attesa delle decisioni che si prenderanno il 27 e il 28 giugno, pare
che non ci sia posto per Giorgia Meloni e il suo gruppo (Ecr) di Conservatori e
Riformisti europei. Poca speranza di ottenere uno dei top job i 4 posti più importanti. L’impressione è che abbiano già
deciso tutto, senza curarsi del successo elettorale avuto il 9 giugno scorso da
Giorgia Meloni e da Fratelli d’Italia. Le dichiarazioni del cancelliere tedesco
Olaf Scholz, che in Europa è con S&D, Socialisti e Democratici, in cui ci
sono anche i candidati del Pd, non lascia alcuna speranza:” È chiaro che in
Parlamento non deve esserci alcun sostegno per il presidente della Commissione
che si basi su partiti di destra e populisti di destra”. Non è meno duro e
determinato Donald Tusk, premier polacco, in rappresentanza del Partito
popolare europeo, dove confluiscono gli eletti con Forza Italia. “Non è mio
compito convincere Meloni, abbiamo già una maggioranza Ppe, liberali,
socialisti e altri piccoli gruppi, la mia sensazione è che sia già più che
sufficiente”. Le due dichiarazioni, sono gravissime dal punto di vista
politico, vuol dire: i vostri programmi e le vostre idee non le condividiamo, e
non ci interessano, potevate dare solo un apporto numerico, ma non serve
nemmeno quello perché è già sufficiente quello che abbiamo (45 voti in più
della maggioranza richiesta). Giorgia Meloni, relegata in tribuna, sperava di stare
almeno in panchina per entrare eventualmente in gioco approfittando di qualche
situazione favorevole, invece trova ostacoli che appaiono, al momento, insormontabili.
Ancora di più dopo l’ultimo parere del Pse “i negoziati non devono coinvolgere
famiglie politiche di estrema destra”, cioè i conservatori dell’Ecr e Identità
e democrazia. C’è, però, da considerare che la presidente della Commissione,
Ursula von der Leyen, che dovrebbe essere riconfermata, può dare un grosso
aiuto, nelle trattive che sono in corso, alla Meloni, e anche a sé stessa, per
poter contare, con l’eventuale ingresso dell’Ecr (76 voti), su una maggioranza
più ampia, e schivare ogni rischio franchi tiratori com’è successo la volta
precedente, eletta con soli 9 voti. Un altro intervento a favore della Meloni verrà
sicuramente da Antonio Tajani, che sta nei popolari, il gruppo più numeroso. La
questione è che quando si è deboli, dal punto di vista economico, militare,
politico, e con un debito pubblico enorme, allora c’è un solo modo per
intrattenere e mantenere buoni i rapporti con gli altri Paesi ed è la
diplomazia. Noi, invece, da irresponsabili, facciamo, spesso, la voce grossa, e
insultiamo tutto e tutti, senza alcun rispetto. E ora al tavolo delle trattive
ci sono questi signori, che si ricordano tutto. È vero che qualche volta
arrivano le provocazioni, ma quando non si è in grado di fare la guerra, sarebbe
meglio evitare.
Fortunato
Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia
Buongiorno Natuzzo, il tuo pensiero è chiaro e puntuale. Un fraterno abbraccio
RispondiEliminaSono d'accordo con te.
RispondiEliminaUn abbraccio.
Carlo
Sempre GRAZIE, carissimo Fortunato, anche se questa volta il tuo esperto discorso politico è un po' al di sopra delle mie possibilità interpretative. Un abbraccio. Mario Solinas
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