La Caporetto di Trenitalia

 

Ormai è chiaro quasi a tutti che noi non siamo più cittadini, con diritti e doveri, di un Paese democratico, ma sudditi, sopraffatti, umiliati, vessati, sfiniti da tanti dittatori, dittatorelli lillipuziani, è vero, ma non per questo meno arroganti e prepotenti. Sono tutti quei direttori, presidenti, sindaci, assessori, parlamentari, ministri che, insediati nei posti di potere, fanno tutto quello che vogliono perché nessuno ha la voglia e l’autorità per controllarli e per cacciarli quando è evidente la loro totale incapacità. Un Paese allo sbando. L’ultima decisione che fa indignare è quella di Trenitalia che ha pensato di isolare la Calabria e la Sicilia per 5 giorni, dal 22 al 26 luglio, senza treni da Battipaglia in giù per “lavori programmati”. Sì, proprio così “programmati” nel periodo in cui si sa che c’è la maggiore affluenza di passeggeri, quindi che il blocco provoca i maggiori disagi possibili. Ma pur ammettendo che questi lavori dovessero, per forza, essere fatti in questo periodo, una società con un minimo di organizzazione e di senso di responsabilità, prima di tutto, non avrebbe venduto i biglietti per queste tratte e per quei giorni, e, poi, non avrebbe informato i viaggiatori, che avevano già acquistato il biglietto, della cancellazione delle corse dei treni solo negli ultimi giorni. E con il biglietto regolarmente pagato, una società, scrupolosa e rispettosa dei diritti dei passeggeri e del servizio pubblico che svolge, avrebbe rimborsato subito, allo sportello, quanto pagato; invece no, per avere il rimborso bisogna fare la domanda, cosa incredibile. E sa fare anche di peggio Trenitalia, perché il rimborso per intero è previsto (ma da cosa?) solo per i biglietti delle Frecce; il biglietto dei Regionali, invece, si può utilizzare successivamente, cambiando la data, ma deve essere esattamente la stessa tratta, e pure con la stessa direzione. Se, per esempio, riguarda Perugia - Roma, non si può avere il cambio con un biglietto Roma - Perugia. Cose che si stentano a credere, se non si ha la sfortuna di capitarci. E non è finita. Perché se non si accetta questa assurda imposizione, si deve chiedere, anche in questo caso, il rimborso, ma si riprenderà solo l’80%. Ciò significa che Trenitalia si appropria del 20%, una gravissima, intollerabile, appropriazione indebita. Fatta da una società pubblica la cosa mette pensiero. Quando, invece, per il colpevole comportamento, Trenitalia avrebbe dovuto non solo rimborsare immediatamente tutto, con le relative scuse per gli enormi disagi procurati, ma pagare pure i danni. Ma con i sudditi - si sa - si può fare tutto, pure questo. 

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia

Commenti

  1. Hai totalmente ragione.
    Ma l'indignazione non basta.
    Bisogno procedere contro Trenitalia per via legale rivolgendosi alle associazioni dei consumatori.

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