L'Italia sconfitta: Spalletti torna a casa con i suoi 6 comandamenti e la sua truppa imbarazzante
Dopo
aver fatto il pieno di tutti gli aggettivi disponibili: imbarazzanti, vergognose,
indecenti, indecorosi, umilianti, per giudicare le prestazioni dell’Italia in
queste quattro partite dell’Europeo è il caso di fare qualche riflessione. Partendo
dalla constatazione che i problemi ci sono da tempo, se è vero che la squadra
azzurra non ha partecipato a due Campionati mondiali di seguito e ora è stata subito
eliminata, e allora bisogna assolutamente trovare qualche soluzione se non si
vuole continuare a vedere quello che abbiamo visto negli ultimi anni e in
queste quattro giornate di tormenti. Nell’analisi a caldo tornano in mente i
sei comandamenti del c.t. che hanno lasciato, a noialtri un po’ avanti con gli
anni, una certa perplessità. Sono tutte cose vere e interessanti, ma sono
regolette scontate, se non addirittura scontatissime. Certo che è meglio “fare
pressione continua e il controllo del gioco”, così come “stare legati, corti e
vicini”, e una buona idea appare anche la “riaggressione feroce sulla perdita
di palla” e la “ricomposizione”, e serve pure “ordine studio e preparazione”.
Queste ultime tre regolette, forse, andavano messe prima, comunque il problema
è che bisogna saperle fare tutte queste belle cose. Poi è successo che queste
preziose indicazioni, invece di tenerle segrete, Luciano Spalletti le ha diffuse
e fatte conoscere a tutti, avversarie comprese, che ne hanno fatto tesoro,
soprattutto la Spagna, la Croazia e la Svizzera. Gli unici che hanno
completamente ignorato i comandamenti di Spalletti sono stati proprio gli
azzurri, esponenti e rappresentanti di un’impotenza calcistica incredibile. Non
sono riusciti mai a dare l’impressione di essere in partita, sempre molli,
lenti, inutili, senza un briciolo di capacità per tenere palla e battere a
rete. La truppa portata in Germania è, evidentemente, composta soprattutto da
comparse, che nelle rispettive squadre danno l’impressione di essere bravi sol
perché supportati dai compagni di squadra, tutti stranieri, forti, capaci e
talentuosi, ma che fuori da quel contesto mostrano tutta la loro fragilità
personale. Se a tutto questo si aggiunge che Spalletti ha avuto, sin dal primo
giorno del raduno a Coverciano, sempre dubbi ed incertezze, su chi far giocare
e i moduli da adottare, il risultato non poteva che essere questo,
fallimentare. Il tecnico dice che è mancato il ritmo, no, è mancato tutto. E
poi “il risultato non è scandaloso, non abbiamo tanti giocatori forti”.
Infatti, non è scandalosa l’eliminazione, sono scandalose le prestazioni, che
anche con quei giocatori, dovevano e potevano essere diverse.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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