I ritardi del ministro Piantedosi ed il vulnus della democrazia a Nicotera
A
volte capita che i ritardi dei politici siano peggio di quelli dei magistrati e
provocano effetti gravi e indesiderati che nuocciono alla collettività e alla
democrazia. Singolare è la vicenda del Comune di Nicotera che è iniziata il 18
settembre 2023 quando il prefetto di Vibo Valentia è stato delegato ad
esercitare i poteri di accesso e di accertamento nei confronti del Comune di
Nicotera, e, in data 3 ottobre, con decreto del prefetto, è stata istituita una
commissione d’indagine incaricata di svolgere i suddetti accertamenti, che, però,
presentano una certa complessità così che il 21 dicembre è stata concessa una
proroga. Finalmente, il 19 marzo 2024 la suddetta commissione ha rassegnato le
proprie conclusioni sugli accertamenti svolti. Il prefetto, qualche giorno dopo,
il 28 marzo, ha fatto la sua relazione, dalla quale, forse, è emerso che non tutto
era formalmente corretto, comunque non sono compiutamente emersi, nei confronti
dell’amministrazione comunale, gli elementi concreti, univoci e rilevanti
richiesti dall’art.143, comma 1, del decreto legislativo n. 267/2000, idonei
all’adozione del provvedimento di scioglimento. Una notizia bellissima e
lusinghiera per Nicotera, quella di sapere che si è evitato il quarto
scioglimento e che ciò che ha fatto l’amministrazione comunale, guidata dal
sindaco Giuseppe Marasco, è stato senza ombre. Questa notizia importante il ministro
dell’Interno, Matteo Piantedosi, se l’è tenuta, inspiegabilmente, per sé quasi
due mesi, dal 28 marzo, quando ha ricevuto la relazione del prefetto di Vibo
Valentia, al 23 marzo scorso, quando, con decreto, ha dato la lieta novella.
Non so se i tempi del Ministro siano stati conformi alla apposita disciplina
delle modalità di pubblicazione delle decisioni sugli accertamenti, sicuramente
non lo sono stati per la particolarità del Comune di Nicotera, dove, per l’8 e
9 giugno, erano previste le elezioni, oltre che per le Europee, come
dappertutto, anche per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale. Nelle
more di sapere l’esito, molti gruppi, che davano lo scioglimento per scontato,
non hanno presentato alcuna lista elettorale, per cui l’unica lista presentata
è stata quella di “Rinascita Nicoterese” guidata dal sindaco uscente Giuseppe
Marasco, con soli 9 candidati. Che poi è risultata vincente, a prescindere dai
voti, sol perché si è superato il quorum
strutturale del 40% degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune. Seppure
non c’è nulla da rimproverare a chi ha presentato la lista ed ha vinto, non c’è
alcun dubbio che la questione presenta un vulnus
democratico grave. Il decreto del ministro Piantedosi è arrivato quando erano già
scaduti i termini per la presentazione delle liste elettorali. Il Ministro, che
era a conoscenza delle amministrative a Nicotera, avrebbe avuto il dovere,
forse anche l’obbligo, di firmare il decreto per far conoscere quanto era emerso
dagli accertamenti in tempo utile per consentire di fare le liste e la campagna
elettorale, con le modalità previste dalle leggi. Farlo sapere fuori tempo
massimo, a pochi giorni dalle elezioni, appare una grave scorrettezza
istituzionale. Si può obiettare, ovviamente, che come ha fatto Giuseppe Marasco
avrebbero potuto farlo anche gli avversari. È vero, ma assumere un impegno per
la composizione e la presentazione delle liste elettorali nei paesi piccoli è
già difficile, diventa pressoché impossibile se si tratta di una situazione
ingarbugliata ed incerta come era quella di Nicotera.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
Ok ben fatta ,una buona informazione
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