L'Europa ad una svolta senza lo scudo Nato
Sono tre anni che
quotidianamente c’è qualcuno, sui giornali e in tv, che si arrampica sugli
specchi, falsificando la realtà, per spiegare al popolo (ignorante) italiano
che Vladimir Putin, il dittatore russo, non poteva non invadere l’Ucraina. Era
un suo diritto e male hanno fatto gli ucraini a difendersi e malissimo i molti
paesi dell’Occidente a dare loro le armi per cercare di fermare i carri armati
di Mosca. Ridicolizzando tutti coloro che cercano di dire l’unica cosa evidente
e incontestabile: Putin ha proditoriamente invaso un paese democratico, come
peraltro aveva già fatto, nel 2014, con la Crimea, e non c’è nessuna
motivazione per giustificare questa folle, prepotente decisione. Una delle tante
cose demenziali che vengono dette è che la colpa è stata solo del presidente ucraino,
Volodymyr Zelensky perché la guerra si poteva risolvere in pochi giorni, ma lui
non ha voluto, naturalmente su consiglio degli Stati Uniti d’America, guerrafondai,
sempre dietro le quinte, che non vedevano l’ora di fare la guerra. Come si faccia a ripetere per tre anni questa
tesi assurda è veramente inspiegabile. Perché non si racconta, non si ha il
coraggio di dire a quali condizioni era offerta la pace, e le condizioni erano
che Putin prendesse a tavolino quello che voleva conquistare con le armi. Fare
la pace, allora, subito, significava esattamente questo: una resa incondizionata
ai voleri di Putin. Doveva fare così? Pur ammettendo - per pura ipotesi,
peraltro assai improbabile - che sia stata colpa di Zelensky a non aver voluto fare
la pace, ci poteva pensare, da solo, quel genio pacifista di Putin: bastava
ritirare i carri armati e la cosa finiva lì. E, invece, Zelensky, con dietro i
soliti americani, hanno voluto assolutamente questa carneficina e queste
distruzioni. È evidente che è una delle tante menzogne, fatta girare, immagino a
pagamento, nel tentativo di mascherare quello che, invece, è palese ed è sotto
gli occhi di tutti, e cioè che si sia trattato di un’azione militare aggressiva,
spregiudicata, violenta, a conferma delle aspirazioni espansionistiche e
imperiali di Vladimir Putin e della Russia. Cosa che preoccupa, e molto, tutti i
paesi. Ed è quello che ha sostenuto il presidente Sergio Mattarella quando ha detto
che “l’aggressione della Russia all’Ucraina è della stessa natura di quella del
Terzo Reich all’Europa”. Dichiarazione, non a caso, criticata duramente dai
russi. Però questo è un punto importante, fondamentale, da cui partire pensando
al futuro non solo dell’Ucraina, ma dell’Europa e del mondo intero. Perché se
si riconosce che con Putin si ha un nemico pericoloso alle porte delle
(acciaccate) democrazie occidentali, peraltro derise in molte occasioni, è necessario
decidere cosa fare per proteggere da futuri, possibili aggressioni non solo i
27 paesi europei, ma anche tutti gli altri. Soprattutto ora che Donald Trump,
il neo presidente degli Stati Uniti, ha deciso, sorprendendo e agitando un po’
tutti, che non sarà più la Nato, come aveva fatto finora, a proteggere l’Europa
e mezzo mondo con uno scudo militare, un deterrente nucleare servito a mantenere
la pace o, comunque, ad evitare la terza guerra mondiale. Un esercito dell’Ue è
una delle possibili soluzioni, peraltro gravata da tanti dubbi ed enormi
difficoltà. E con poco tempo a disposizione. Come dimostra la convocazione di un
vertice urgente, con alcuni leader europei, all’Eliseo, su iniziativa del
presidente francese, Emmanuel Macron, forse già domani.
Fortunato
Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia
Ha ancora un senso parlare di ragioni e torti sulla guerra di Ucraina quando ieri Trump dice che Zelensky questa guerra non doveva neanche cominciarla? Con l’avvento di un’altra autocrazia, tra l’altro di calibro massimo, la Storia volta pagina: non con la ragione e gli argomenti si risolvono le dispute ma solo con la forza. Ora, dobbiamo solo vedere se il germe che sta infettando l’America sopravvivera’ all’untore o sparira’ con lui. Dalla nostra parte dell’oceano, non ci resta che dire, ‘Ah serva Europa di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta!…’
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