I limiti economici, militari e politici di un Paese allo sbando e sotto scacco
Un disastro. Non c’è
altro termine per rendere l’idea di quello che è successo nelle ultime
settimane e nelle ultime ore. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni,
ieri, con un video, ha mostrato il documento inviato dal procuratore di Roma,
Francesco Lo Voi, che ha “comunicato l’iscrizione” nel registro degli indagati,
dopo una denuncia dell’avvocato Luigi Li Gotti. Non solo il capo del Governo,
ma anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il ministro degli Interni, Matteo
Piantedosi e il sottosegretario, Alfredo Mantovano. I reati ipotizzati sono
favoreggiamento e peculato per la vicenda di Najeem Osama Almastri, il
generale, capo delle guardie libiche, arrestato a Torino su mandato di cattura
della Corte dell’Aia per crimini contro l’umanità, ma subito rilasciato e con
un aereo di Stato riportato in Libia. La reazione da parte dei politici della
maggioranza è stata, come al solito, scomposta e imbarazzante. Ha cominciato la
Meloni, uscendo fuori dal seminato, cosa che le capita spesso quando reagisce
d’istinto, che è andata subito sul personale, ricordando i precedenti sia del
procuratore (Lo Voi) sia dell’avvocato (Li Gotti). Errore clamoroso, visto che
il procuratore aveva l’obbligo di fare quello che ha fatto, e l’avvocato è un
cittadino qualsiasi che, irritato per le tante bugie raccontate, si è rivolto,
in maniera del tutto legittima, alla magistratura perché valuti se i
comportamenti siano stati conformi alle leggi. E poi c’è stato il solito refrain:
“non sono ricattabile, non mi faccio intimidire”. Lei forse no, ma è il nostro
Paese, come si vede ogni giorno, che è ricattabile. Negarlo vuol dire offendere
l’intelligenza degli italiani. Va bene popolo bue, ma c’è anche un limite. Lo
dovrebbe capire. Qualche settimana fa c’è stato il rilascio dell’ingegnere iraniano
Abedini per ottenere la liberazione di Cecilia Sala. Ora quest’altro per
evitare che ci mandino migliaia di migranti. Si può anche capire che sono
situazioni difficili e complesse da affrontare e risolvere, ma si deve avere il
coraggio di dire agli italiani la verità. Noi siamo ricattabili per tutto, purtroppo,
anche per quanto riguarda la questione energetica: senza petrolio e senza gas
come si fa a dire che non siamo ricattabili? Siamo ricattabili dal punto di
vista militare: senza le basi Nato saremmo un paese debolissimo. Pur volendo,
possiamo negare le basi Nato? Certo che no, per tantissime ragioni. Ma siamo sostanzialmente
fragili in tutto anche perché la nostra classe politica, compresa quella
mandata a Strasburgo e a Bruxelles, non è autorevole, è modesta, per non dire
scarsa, senza alcuna esperienza e senza cultura, per questo siamo spesso “sottomessi”
dalla Ue e dagli altri Paesi. Per quanto riguarda l’eventuale processo alla
Meloni, è bene chiarire che finirà nel nulla, perché la procedura prevede che
la competenza sia dei giudici del Tribunale dei ministri, ma ci dovrà prima
essere il voto del Parlamento, dove, come si sa, il governo potrà contare su
una larga maggioranza. Ecco perché sono del tutto incomprensibili queste
reazioni isteriche e gravissime, come quelle del ministro degli esteri, Antonio
Tajani che ha detto che la Corte dell’Aia,” non è il verbo, non è la bocca
della verità”. Cose inaudite. Se i giudici non perseguono un generale che
massacra i prigionieri, con omicidi, stupri e torture, chi, secondo lui, dovrebbero
cercare? Ma se questi politici pensassero qualche minuto prima di parlare,
magari facendosi aiutare da qualche consigliere, non sarebbe meglio?
Fortunato
Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia
Due cose. La prima, non e’ certo che il procuratore avesse l’obbligo di fare quello che ha fatto, con la nuova interpretazione giurisprudenziale innescata dalla riforma Cartabia. La seconda, dare addosso alla Meloni su cose che poi si risolveranno in nulla di fatto non fa che consolidare il sostegno degli elettori. Perche’, se andiamo alla sostanza, la posizione del Governo in questa faccenda, che ha riportato il Generale in Libia per fermare i migranti, indipendentemente dalle atrocita’ che ha commesso e continuera’ a commettere in quel carcere, trova il forte sostegno della maggioranza degli italiani, che solo gradirebbero che queste cose si facessero senza alzare nessun polverone. E dalla loro indolenza, chi alza il polverone e’ nemico degli italiani. Potrebbbe aiutare a capire l’animo umano (degli italiani) guardando la famiglia di Sordi nel vecchio film, ‘Finche’ c’e’ guerra c’e’ speranza’.
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