No, basta, non metteteci le mani anche nello Sport

 

La presidente Giorgia Meloni dovrebbe proporre qualche (ulteriore) svago ai ministri del suo governo per distrarli un po’ ed evitare che combinino guai. Perché se non sanno che fare pensano subito a qualche riforma. In verità è stata lei la prima, con il “premierato”, ma a ruota l’hanno seguita Matteo Salvini, Carlo Nordio, Roberto Calderoli, Giuseppe Valditara, i più attivi, ma anche gli altri, pensano e non vogliono essere da meno.  Ora, è appena arrivata l’ultima idea geniale del ministro dello Sport, Andrea Abodi, che ha pronto un decreto che verrà presentato tra quindici giorni a Palazzo Chigi, per la creazione di un ente pubblico al posto della Covisoc, la Commissione di vigilanza sui bilanci delle società di calcio professionistiche. La cosa sconcertante non è solo l’idea, è la motivazione. Sentite: “Con questa Agenzia non vogliamo - dice il ministro Abodi – ledere l’autonomia dello sport: il modello attuale non garantisce l’equa competizione, ma ha un impatto economico importante che merita un altro approccio”. Se si mette un ente, inzuppato di politici, o di parenti di politici, che costerebbe, con trenta nuove poltrone, 2,5 milioni di euro a carico dei club, a controllare i conti delle società (di Calcio e anche di Basket) non solo finisce l’autonomia, aumenta la confusione (vedi modello Rai) e soprattutto aumentano le diseguaglianze e le polemiche. Ma Abodi sorprende con dell’altro: “Esattamente come era la Covisoc, la delibera finale sulle iscrizioni ai campionati resterà in mano al Consiglio federale, che non perderà in alcun modo le sue funzioni. Gli stessi criteri economici –finanziari ai quali i club dovranno attenersi verranno ancora stabiliti dalla Federazione, che però potrà ascoltare le proposte dell’Agenzia. (Nel testo c’è però scritto che “il parere dell’ente è vincolante” in merito alle licenze per la partecipazione ai campionati, ndr). Lo stesso vale per le sanzioni, tutto dipenderà dalla Figc che continuerà a gestire pure la giustizia sportiva sulla quale non vogliamo entrare”. Ma se tutto rimane come adesso, come dice il ministro, che ragione c’è di inventarsi questo nuovo ente? Non bastano tutti quelli, inutili e costosi, che abbiamo e che vengono gestiti malissimo? “Il nostro obiettivo - aggiunge il ministro - è avere un sistema che funzioni, nel quale si riconoscano le società, che tuteli quelle che rispettano le regole e pagano tutto e tutti regolarmente, che controlli con efficacia e tempestività garantendo terzietà e trasparenza”. Buoni e apprezzabili propositi, perché è vero, purtroppo, che la Covisoc non è un fulgido esempio di precisione e tempestività, e penso che si sappia quanto bisogno ci sia di una riforma per costringere veramente tutti a rispettare le regole, cosa che, con questi controlli, ora non avviene. Ci sono società calcistiche che violano le regole di bilancio imposte dal Codice Civile, ma anche dalle norme federali, con centinaia di milioni di euro di debiti e, ciò nonostante, giocano e vincono senza richiami e senza problemi, e altre che falliscono e scompaiono per perdite modeste e contenute. Ma questa iniziativa ministeriale non può essere la soluzione, semmai è un modo per peggiorare ancora le cose, affidata, peraltro, a persone assetate di potere, che ogni giorno danno prove di ingiustizie e incapacità. Intanto, per domani, alle 18, Gabriele Gravina, presidente della Figc, allarmato, ha convocato d’urgenza una riunione dei vertici delle Leghe di A, B, Lega Pro, allenatori, giocatori e arbitri. Un primo passo per vedere cosa fare per respingere l’invasione di campo della politica.

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia

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