Esplode l'Itala del "merito", pagelle a tutti
Una
trovata al giorno per distrarre e togliere dalla mente i problemi quotidiani,
narcotizzando il popolo bue. Ci stanno riuscendo, quando non sono le guerre e i
delitti, più seguiti quelle delle donne, a distogliere la gente dai crucci
quotidiani ci pensa la politica. Con complotti della magistratura, fermate dei
treni, rivelazione di segreti, premierato, il ponte sullo Stretto di Messina, e
tante altre belle cose. Era attesa da tempo anche l’ebbrezza di diventare tutti
professori e poter fare le pagelle a tutti: dai magistrati ai dipendenti
pubblici, inclusi i dirigenti. Sulla magistratura si sta impegnando molto il
ministro della Giustizia Carlo Nordio, sulla pubblica amministrazione ci pensa il
ministro Paolo Zangrillo. Veramente nessuno dei due sa come e quando, ma questo,
come si sa, da noi, è un banale dettaglio, l’importante e lanciare il sasso per
muovere lo stagno della vita quotidiana. Ma dire le cose è facile, il problema
e come farle. E, soprattutto, come farle bene. E allora la confusione regna
sovrana. Nordio, incespica ad ogni piè sospinto, con gaffe imbarazzanti tanto
che sembra non conoscere la materia, eppure è stato magistrato per una vita, fa
un passo in avanti e due indietro. Le riforme che vuole fare sui magistrati sono
diventate altrettante mine vaganti: la divisione delle carriere, le visite
psichiatriche di berlusconiana memoria, le intercettazioni a cottimo e,
appunto, le pagelle. Che i magistrati abbiano un potere straordinario è così
evidente che è impossibile negarlo, come è impossibile non vedere che, a volte,
commettano errori. In trent’anni ci sono stati 30.133 indennizzi per errori
giudiziari o ingiuste detenzioni, con un esborso, da parte dello Stato, di 894
milioni di euro senza che ci fosse un’azione di rivalsa nei confronti del
soggetto al quale risulti imputabile l’errore. A voler essere più precisi, il
danno erariale è stato contestato una volta sola, recuperando la somma di
10.425 euro. È macroscopicamente evidente che i magistrati abbiano una protezione
enorme, rispetto alla disciplina che regola la stragrande maggioranza degli
altri dipendenti pubblici. La vera questione, la più importante, è che chi
svolge funzioni così delicate e complesse, come i magistrati, per essere del
tutto indipendente, non dovrebbe avere condizionamenti di nessun genere, né per
l’iscrizione ai sindacati né ad altre associazioni più o meno segrete. Questa
sarebbe il primo tema da affrontare e, in parte, si potrebbe risolvere,
cominciando dalle correnti, di cui ha tanto parlato (male) Luca Palamara, ex
magistrato, ed ex potente presidente dell’ANM (Associazione nazionale
magistrati). Tutte le nomine andrebbero fatte con il sorteggio, questa sì che sarebbe
la prima vera riforma rivoluzionaria, togliendo, le decisioni ed il potere, al
Consiglio superiore della magistratura, condizionato pesantemente dalle
correnti, dai partiti e dalla politica. Se ci sono tre candidati per un posto,
ovviamente in possesso degli stessi requisiti, si faccia un sorteggio, così che
il sorteggiato non dovrà dire “grazie” a nel suo incarico potrà decidere senza alcun
condizionamento. Ci sarebbero meno errori e più giustizia. Le pagelle, di cui
si parla ora, avrebbero lo stesso effetto che hanno le valutazioni che già si
fanno, con effetti pari allo zero. Oppure “per non rischiare un brutto voto, il
magistrato penserà solo a rispettare le scadenze e a tenere in ordine la
scrivania” come ha detto Nicola Gratteri, il procuratore di Napoli. Dal canto
suo, il ministro Zangrillo, in una intervista alla Stampa, è partito da un dato
oggettivo e ha fatto una considerazione: “Oggi il 99,8% dei dipendenti pubblici
sono valutati “eccellenti” e siccome non mi pare che i cittadini e le imprese
abbiano una percezione d’eccellenza bisogna che cerchiamo di capire cosa non
sta funzionando. E certamente la voce del cliente è sempre rilevante”.
Veramente, finora, la voce del cliente non solo non è rilevante, non c’è per
niente. E allora con la direttiva di Zangrillo si vuole introdurre il “concetto
abbastanza rigoroso di premio del merito”. Con la nascita di “meccanismi per
misurare meglio le performance delle persone e il compito spetterà anche ai
“dirigenti, che sono innanzitutto gestori del capitale umano, e dovranno
ispirare i loro piani alla logica del merito. Già oggi i dirigenti sono
incaricati di valutare i propri sottoposti e il loro ruolo non cambierà - ha
aggiunto Zangrillo - ma nel tempo
dovrebbero aggiungersi “meccanismi che consentano di andare verso la
valutazione a 360 gradi delle performance, come avviene nei paesi dell’Unione
europea e dell’Ocse”. Ma la rivoluzione Zangrillo consiste anche nel fatto che
“anche i valutati potranno esprimere un giudizio sui valutatori, perché è
giusto che ci sia questo scambio e ci sia la possibilità di capire come viene
vissuta la figura del leader di una organizzazione”. Quindi i dirigenti
valutano gli impiegati e gli impiegati valutano i dirigenti. Così invece del
99,8% ci sarà il 100% di “eccellenti”. Non solo, in prospettiva, la pagella ai
dipendenti della pubblica amministrazione la dovrebbero poterla fare anche gli
utenti. Così finiremo con l’aspettare sempre anni la firma del burocrate, ma
avremo la soddisfazione di avergli potuto mettere un bel 2. Le riforme che cambiano la vita.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
Sempre GRAZIE, caro amico Fortunato, e mi sembra proprio che possiamo allargare le braccia augurandoci la salute!
RispondiEliminaComplimenti e cordialità.
Mario Solinas
Caro Fortunato forse la giustizia non è di questo mondo, la Democrazia è difficile da attuare. Perché tutti professori di musica e nessuno vuole essere ne criticato è non giudicato di quello che fa . Il potere acceca le persone . Questo è l uomo .Ti Saluto con affetto.
RispondiEliminaSono Giacinto Ti Saluto.
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