Ad Olbia, il Perugia, con Paz, trova il gol per la settima vittoria (0-1)
“Bisogna
verticalizzare il gioco, seppure senza forzare le giocate”. Ha detto,
nell’ultima conferenza stampa, alla vigilia della trasferta in Sardegna,
Francesco Baldini. Otto pareggi sono troppi per rimanere nella zona alta, il
Perugia deve vincere qualche partita in più perché Cesena e Torres non hanno
nessuna intenzione di rallentare la corsa e le squadre che stanno dietro in
classifica si avvicinano minacciose. Insomma al “Bruno Nespoli” bisognava giocare
per vincere. Ed è quello che hanno fatto i grifoni e lo hanno fatto con un
colpo di testa di Paz al 43’sul calcio d’angolo battuto da Lisi. Peraltro, è
stato quello uno dei pochi tiri scagliati contro la porta di Rinaldi. L’Olbia,
allenata da Leandro Greco, un altro ex grifone in panchina, è modesta, con
tanti giovani di belle speranze e naviga in zona playout, seppure è l’unica
che, finora, ha battuto il Cesena. Le novità nella formazione iniziale del
Perugia sono dovute ad emergenza. Iannoni, squalificato, e Vazquez,
infortunato, hanno lasciato il posto, rispettivamente, a Ricci e Matos. In
attacco assente, dall’inizio, Seghetti, perché affaticato, mentre al posto
Kouan, è entrato Torrasi, da trequartista, con Santoro leggermente più indietro
del solito. Il Perugia ha attaccato, come fa quasi sempre, ha presidiato con
ordine e diligenza il centrocampo, ha dimostrato di essere nettamente superiore
alla squadra di casa, ma anche in Sardegna le occasioni da gol sono venute per
caso e con il contagocce. I limiti offensivi, di cui parliamo da agosto, si
vedono, ad ogni gara anche quando si vince. Però oggi contava prendere i tre
punti per superare la Carrarese e tornare al terzo posto. Cosa estremamente
importante, anche perché, ormai, sembra questo, al momento, il massimo
obiettivo possibile, salvo che a gennaio non arrivi, cosa peraltro assai
improbabile, qualcuno che faccia fare in attacco un salto di qualità e,
soprattutto, di quantità. D’altronde i numeri, dopo 16 gare, non lasciano
margini a obiettivi diversi e più ambiziosi. Il Cesena ha dieci punti di più,
la Torres, che oggi ha pareggiato, ne ha otto di più, ma a rendere il confronto
impari sono i gol segnati: la squadra romagnola 19 gol di più, 38, esattamente
il doppio, con una differenza reti di +27, mentre i sardi hanno segnato 5 gol
in più, con la migliore difesa del campionato e una differenza reti + 14. Basta
e avanza per dire che senza qualche mossa vincente nel calcio mercato, Francesco
Baldini non può fare meglio di un pur apprezzabile terzo posto per la roulette
dei playoff.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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