I partiti politici di proprietà, una gravissima anomalia, vulnus alla Costituzione
La
cosa è nota, tanto che anch’io ho già avuto modo di manifestare il mio stupore
non solo per il fatto in sé quanto che nessuno, ma proprio nessuno, abbia mai
ritenuto opportuno intervenire, anche se si tratta di una grave anomalia che
provoca, come conseguenza, un grave danno alla democrazia. Alcuni partiti
politici sono privati. Il caso limite è sicuramente Forza Italia. Senza mai un congresso, è il partito fondato, amministrato,
governato e finanziato da Silvio Berlusconi. E, ora con la scomparsa del
fondatore, come fosse un’azienda di sua esclusiva proprietà, il partito, con
tutto il resto, è passato agli eredi. I quali hanno confermato vicepresidente e
coordinatore nazionale Antonio Tajani, nominato a suo tempo da Silvio
Berlusconi, una specie di presidente e amministratore delegato, come avviene,
appunto, nelle aziende. Si dà poi il caso che Antonio Tajani sia anche
vicepresidente del Consiglio del Ministri e ministro degli Esteri. Perché ne
parlo oggi? Perché oggi è uscito, in prima pagina, e a caratteri cubitali, su
uno dei giornali di famiglia (finanziato con soldi pubblici, pagati con la
scusa del canone del servizio pubblico Rai), il Giornale la notizia che “I Berlusconi salvano Forza Italia” in
quanto “gli eredi del Cav garantiscono i 90 milioni di debiti del partito”. Ad
una notizia di questo genere dovrebbe saltare sulla sedia, prima di tutti, il
presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “custode”, negli ultimi tempi in
verità un po’ distratto, della Costituzione. Perché se garantiscono i 90
milioni di euro (ma come li ha fatti questi debiti?) vuol dire che il partito è di loro esclusiva
proprietà, come una delle tante aziende, peraltro è quello che si evince, senza
alcuna difficoltà, ogni qualvolta si debba prendere una qualsiasi decisione.
Nel partito e nel governo. E in un vorticoso, gigantesco conflitto d’interessi.
L’ultima conferma di questa atipica, imbarazzante situazione è emersa in tutta
evidenza poco tempo fa con la frettolosa, e avventata, decisione di Giorgia
Meloni di mettere un’imposta sui cosiddetti extraprofitti delle Banche. Ad
opporsi subito, con insolita decisione, è stato Antonio Tajani, per difendere,
tra le altre ma, soprattutto, banca Mediolanum, della famiglia Berlusconi. Così
si governa questo sventurato Paese: una democrazia zoppa, senza nemmeno una
voce di dissenso.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia
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