Nel crollo dell'affluenza alle urne (solo il 63,91%) l'abbraccio, disperato, a Giorgia Meloni, sperando che faccia bene
Sembra
incredibile, seppure ampiamente previsto e ipotizzato, quello che è successo:
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha vinto le elezioni con largo
margine, rispetto agli alleati (Lega e Forza Italia) e agli avversari. Come sia
stato possibile? La risposta è più semplice di quanto possa sembrare. Se in una
squadra c’è chi (Meloni) fa di tutto per fare gol, mentre l’avversario (Letta)
fa di tutto per fare autogol, il risultato non può che essere segnato, già
prima di cominciare. E così è stato. Intanto c’è da rilevare, prima del
“miracolo” di Giorgia, che il primo partito è quello di chi rinuncia di andare
alle urne. L’affluenza è stata solo del 63,91%, un 9 % in meno rispetto alle
precedenti politiche, con alcune zone del Paese in cui la partecipazione non ha
raggiunto nemmeno il 40%, vuol dire che 4 milioni e mezzo di cittadini hanno
deciso di disertare le urne. Un allarme che non rileva nessuno. Una gravità
inaudita, un vulnus della democrazia. Dunque, come avevano ampiamente previsto
i sondaggisti, gli elettori hanno puntato, sulla roulette politica italiana, su
Giorgia Meloni. “Oggi abbiamo scritto la storia” ha postato subito la Meloni.
La storia credo, invece, che sia ancora tutta da scrivere, e sarà scritta solo se
la nuova maggioranza sarà in grado di affrontare, e risolvere, gli impegni che sono
sul tavolo, enormi, spaventosi: dall’inflazione alla guerra, dalle bollette
insostenibili, di luce e gas, agli emigranti, ai debiti, ai rapporti con
l’Europa ed il mondo. Ma perché Giorgia Meloni, dopo tanti, precedenti
insuccessi elettorali, da un misero 1,96% del 2013, al 4,3% del 2018, ha
stravinto, domenica scorsa, con il 26 %? Come abbiamo più volte scritto in
queste ultime settimane, gli italiani, dopo tante delusioni, erano alla
disperata ricerca di qualcuno, di qualche partito, in qualche modo affidabile,
con un minimo di coerenza e credibilità. Giorgia Meloni, con il suo FdI,
seppure tra alti e bassi, è stata in questi ultimi mesi, capace di essere tutto
questo. Facendo l’opposizione all’ ammucchiata del governo di Mario Draghi ha
mostrato di avere un suo rigore, a volte certamente discutibile, ma lineare, portato
avanti con convinzione e, spesso, con buon senso e responsabilità. Che è sembrato,
evidentemente, già tanto in un mercato di cariatidi assai poco credibili.
Insomma, gli italiani hanno scelto la meno peggio. Sperando che faccia bene.
Fortunato Vinci - www.lidealiberale.com
- Agenzia Stampa Italia
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