Il Perugia perde a Brescia una partita dominata e si ferma ai preliminari playoff
È stato bello sognare. A
guardare solo il risultato, 3-2 dopo i tempi supplementari, potrebbe sembrare naturale
finire così la stagione, con questa semplice, sintetica considerazione, e
invece no, la sconfitta del “Rigamonti” è ingiusta e immeritata. Come è
ingiusta ed immeritata l’eliminazione dai playoff. Difficile, per non dire
impossibile, da digerire. Massimiliano Alvini aveva giustamente puntato sulla
squadra e sui giocatori di cui si fida di più, che poi sono quelli che, secondo
lui, sono in grado di dare il massimo dal punto di vista tattico. E ha fatto
bene. Lo stesso aveva deciso Eugenio Corini che ha lasciato sostanzialmente
invariato l’undici che aveva battuto, nell’ultima di campionato, la Reggina. La
partita era tremenda: due risultati per il Brescia, uno solo per il Perugia,
che doveva vincere assolutamente per continuare la sua avventura negli spareggi
promozione. L’avvio è sornione: i grifoni lasciano sfogare, pochi minuti, i
padroni di casa, ma alla prima occasione, appena al 10’, passano in vantaggio
con un bel colpo di testa di Kouan. Da quel momento in poi, con l’autorevolezza
che avevano dimostrato contro il Monza, i biancorossi diventano assoluti padroni
del campo, dominio in tutti i settori, arrivano dappertutto sempre primi i
grifoni, il Brescia è pressoché inesistente. Non si raccapezza Eugenio Corini,
ancor meno di lui il presidente Massimo Cellino che soffre in tribuna, vedendo
come sono messe male le rondinelle, in balia degli avversari. E così quando, quasi
alla fine del primo tempo, la palla va a sbattere sul braccio di Curado e
l’arbitro con l’aiuto del Var, assegna un calcio di rigore sembra, per i
lombardi, manna arrivata inaspettatamente, quanto immeritatamente, dal cielo. Pajac,
trasforma dal discetto e riportata in equilibrio la gara. Nel secondo tempo
nessuna novità, il Perugia continua a dominare e i padroni di casa continuano a
balbettare calcio. Gli ospiti, però - e qui siamo alle dolenti note - non riescono
a concretizzare la netta superiorità tecnica e tattica. E così con l’1-1 al
90’, sono necessari i tempi supplementari. Ma è ancora e solo Perugia, che con
Matos, subentrato ad Olivieri, al 102’ batte Joronen e riporta di nuovo in vantaggio
la squadra umbra. Sembra fatta. Possibile, si chiedono i mille tifosi
biancorossi esultanti sugli spalti, che la squadra con la migliore difesa del
campionato, dopo quella del Lecce, non sia in grado di resistere diciotto
minuti? Peraltro contro un avversario che finora ha dimostrato di essere
nettamente inferiore? Non c’è stato il tempo di pensarlo che Bianchi, appena
entrato, si trova libero sulla destra, va sul fondo e da lì passa la palla al
centro dove Ayè, anche lui entrato da qualche istante, trova la deviazione per
il gol del pareggio. E qualche minuto dopo è ancora Bianchi, su un’azione di
contropiede, che si presenta tutto solo e batte, per la terza volta, il
portiere del Perugia per un pesantissimo e ingiustissimo 3-2.
Fortunato
Vinci – www.lidealiberale. com – Agenzia Stampa Italia
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