Giganteschi ingorghi (a pagamento) sull'autostrada "Adriatica", disastrosa, come la Salerno - Reggio Calabria dei tempi andati
Infinite interruzioni, code
interminabili, enormi disagi. Chi ha percorso l’autostrada “Adriatica”, come
abbiamo fatto noi, mercoledì 11 maggio, da Macerata a Bari e, due giorni dopo,
in direzione opposta, ha vissuto, con una temperatura già estiva, un’esperienza
allucinante, come quelle, indimenticabili, della mitica Salerno - Reggio
Calabria, dei tempi andati. Decine di cantieri, contati una cinquantina per
ogni direzione di marcia, lunghissime interruzioni, con salto di carreggiata e ad
una sola corsia, file di decine di chilometri di automezzi. Se da una parte fa
piacere sapere che si stanno facendo le manutenzioni, dall’altro, i disagi sono
notevoli anche per i tempi di percorrenza che diventano molto più lunghi. E
quel che scandalizza è che il pedaggio è sempre lo stesso: 31 euro all’andata e
31 al ritorno. Ma il pedaggio non si paga perché il servizio, in autostrada, è migliore?
E quando tale non è, anzi provoca disservizi e difficoltà, come si giustifica
il pedaggio? Come fosse un’altra tassa, impropria e illegittima. “Autostrade
per l’Italia”, la società che gestisce il tratto autostradale in questione,
invita, con annunci sui giornali, a scaricare l’app (l’ennesima) per ottenere
il cashback per i ritardi dovuti a lavori, ma non sarebbe doveroso e molto più
semplice (almeno per gli utenti) ridurre automaticamente il pedaggio e farlo al
momento del pagamento? Queste occasioni, poi, fanno vedere, e riflettere, come è
stato ridotto il nostro Paese. Politiche sciagurate e ignobili hanno cancellato,
di fatto, il trasporto merci per ferrovia, allo scopo di favorire, vergognosamente,
il trasporto su gomma, con i tir, sempre più grandi e sempre più lunghi, che
occupano, ormai sistematicamente, almeno una corsia su tutte le strade
d’Italia. Con conseguenti enormi consumi di carburanti e inquinamento
ambientale ai massimi livelli. E ci sono pure, a mettere in pericolo la vita
dei viaggiatori, gli automobilisti che si ritengono piloti eccellenti e
utilizzano l’autostrada come fosse un circuito da gran premio di Formula 1. Mai
nessuna pattuglia della polizia stradale a far capire che c’è un limite di velocità
che andrebbe rispettato. Mai. Rimangono solo i segnali, inutili e beffardi.
Fortunato
Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia
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