Quattro scalini, la perdita d'equilibrio e la tragedia, è morto così Franco Pietropaolo

 

Aveva appena fatto quattro scalini, con i secchi delle immondizie in mano, appena vuotati dall’addetto, un piede messo male per risalire in casa, la perdita dell’equilibrio, la caduta, con la testa in giù, ed è stata la tragedia. È morto così Franco Pietropaolo, un limbadese che più limbadese non si può, che come ogni anno tornava da Castagnito di Alba (Cn), dove abitava, a trascorrere le vacanze nella sua terra natia. Aveva 76 anni, molti parenti e tanti amici con i quali intratteneva costanti e cordiali rapporti perché voleva sapere tutto di tutti, chiedendo come prima cosa, ogni volta, della salute. La salute come va? Era, immancabilmente, la prima domanda che mi faceva quando, almeno una volta la settimana, mi chiamava al telefono. E il destino ha voluto che quella salute, per lui, e per tutti, tanto preziosa lo tradisse e lo abbandonasse in un attimo, lasciandolo supino, immobile, vicino alla porta di ingresso dell’appartamento di amici dove stava. Franco, appena diplomato, era partito, come tanti, in cerca di fortuna e con il duro lavoro e la sua abilità professionale, aveva avuto successo, in Piemonte, come imprenditore, ma mai perdendo di vista Limbadi e la Calabria. Ed è morto a Limbadi: era il posto dove voleva morire. Dove animava, a volte anche troppo, le partite a carte e le serate con gli amici. A pochissimi giorni dalla scomparsa di Salvatore Tripaldi, un altro amico che se ne va, un’altra candela che si spegne, lasciando ricordi e tristezza. Ad Albina, la moglie, ai figli Pantaleone, Mario, Enzo e Alessandra, al fratello Pasquale e a tutti i parenti affettuose condoglianze.

Fortunato Vinci           

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