Lascia anche Ronaldo, calcio senza idoli e senza bandiere, solo squallido business
È
arrivato il momento che i tifosi mettano da parte gli idoli, i giocatori
bandiera, quelli che rappresentavano una squadra per tutta la carriera, i
colori di quella città ai quali rimanevano legati per sempre. E i tifosi
ricambiavano con il calore e la passione per l’uomo, a volte, più che per il
calciatore. C’è - e meno male - qualcuno
che ancora lo fa, ma sono lodevoli eccezioni. Ho appena letto che anche
Cristiano Ronaldo ha lasciato la Juventus ed è già partito, andrà a Manchester,
sponda United, che ha vinto la squallida gara (a suon di milioni) con il City. Dopo le clamorose partenze di Gianluigi
Donnarumma, dal Milan al Paris Saint-Germain, di Romelu Lukaku dall’Inter al
Chelsea, di Lionel Messi, piangente, dal Barcellona al Pari Saint-Germain, ora
è Ronaldo a lasciare la società e la squadra italiana. Non sono tifoso, ma immagino
la delusione dei tifosi, non tanto per l’aspetto tecnico, che pure è
importante, trattandosi di squadre che dovranno competere anche in campo
internazionale, e i campioni, come è noto, fanno la differenza, quel che
stupisce, e rattrista, è che i trasferimenti siano avvenuti solo ed
esclusivamente per questioni economiche, soldi, sempre e solo soldi. Qualcuno
certamente dirà che, in fondo, si tratta di mercenari e la questione potrebbe
finire qui, ma la cosa che più deprime è l’atteggiamento intollerabile, quelle
dichiarazioni gonfie di falsità e di retorica, di amore eterno verso le squadre
e la società quando arrivano e poi, in pratica, sono sempre sul mercato, con il
telefonino acceso, pronti a cambiare casacca e Nazione, pur di guadagnare di
più, sempre di più, avidi fino all’ennesima potenza, loro con i sodali,
intollerabili, procuratori.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
Il calcio moderno da tempo ha abbandonato ogni riferimento al criterio di appartenenza emotiva e di bandiera. A ciò ha contribuito il mercato delle televisioni e naturalmente degli sponsor. Appare quindi difficile e poco credibile pe un calciato attribuire legami di appartenenza ai colori della squadra e di ciò, anche se può sembrare cinico, i tifosi ne devono prendere amaramente atto. All’opposto lo abbiamo vissuto recentemente all’europeo con la nazionale Italiana.
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