Errori e prodezze fanno la sagra del gol al "Curi", dove vince l'Ascoli (2-3)
Una
partita come un fotoromanzo ad episodi, tra errori, tanti, e qualche prodezza.
Ha cominciato Massimiliano Alvini, il tecnico dei grifoni, con l’equivoco
tecnico e tattico di Burrai, chiamato a fare il play davanti alla difesa e,
contemporaneamente, il rifinitore a ridosso delle due punte, Carretta e Murano.
Era prevedibile che i due compiti sarebbero stati incompatibili, per tante
ragioni, e anche perché siamo ad agosto e siamo alla seconda partita. Proprio
da una palla persa da Burrai, in versione offensiva, è nato, già al 4’, il
primo contropiede dell’Ascoli che con Saric, è passato in vantaggio. Il tiro a
giro dal limite, del giocatore in maglia bianconera, ha mandato il pallone ad
insaccarsi all’incrocio dei pali dove Chichizola non ci poteva arrivare. La possibilità data ai giocatori della
squadra marchigiana di maramaldeggiare è durata un quarto d’ora durante il
quale ci sono state altre tre occasioni per arrotondare il punteggio e chiudere
la partita, con il Perugia in affanno e in evidente difficoltà. Tra l’altro in
uno dei tanti ripiegamenti Burrai si è fatto anche ammonire. L’equilibrio
tattico è tornato quando Alvini ha sistemato meglio la squadra a centrocampo.
Ed allora è venuto fuori il Perugia che ha pareggiato con Carretta, al 21’.
L’attaccante, come un falco, ha approfittato di una respinta maldestra di Leali
e ha depositato la palla in rete. Così
come avevano chiuso il primo tempo i grifoni hanno cominciato il secondo, dando
l’impressione di aver preso in mano, definitivamente, la partita. Impressione
confortata dal gol di Rosi, al 48’. Un vantaggio che lasciava bene sperare. E
invece è successo che Saric,al 55’, sempre solo, come nel primo tempo, ha
replicato la prodezza ed è arrivato il pareggio (2-2). Un risultato che
sembrava, a quel punto anche stretto, al Perugia e, invece, c’era ancora
l’ultima scena. Al 60’ un fallo di Falzerano su Saric, ha indotto Paolo Valeri,
l’arbitro, con l’aiuto del Var, a fischiare il calcio di rigore, trasformato da
Dionisi. La mezzora abbondante che mancava alla fine dava tuttavia ancora qualche
speranza di poter recuperare lo svantaggio, ma così non è stato anche perché
Alvini faceva uscire Murano per Bianchimano. Decisione discutibile. Sotto di un
gol sarebbe stato più saggio far uscire un centrocampista e non l’attaccante.
Insomma hanno attaccato, si far per dire, fino alla fine, ma Leali non è stato
mai veramente impegnato. Le conclusioni le lascio a voi, amici lettori.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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