L'eredità, per il fisco, è come una vincita al lotto, bisogna tassarla. Il disinvolto obbrobrio di uno Stato che non rispetta la Costituzione

 

Il nostro è il Paese delle contraddizioni, macroscopicamente evidenti, eppure non c’è nessuno che s’avveda e protesti. È incredibile, ma è proprio così. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito alcuni punti del “Testo unico successioni e donazioni” fatto per razionalizzare l’imposta di successione, le modalità e le tempistiche per il pagamento. Perché c’è da sapere che per lo Stato italiano i beni ereditati sono come se fossero venuti dal nulla, come una vincita al lotto, e per questo vanno tassati con imposte specifiche. Per i beni ereditati a favore del coniuge e dei parenti in linea retta (figli o genitori) si paga il 4 % con una franchigia di un milione di euro per ogni beneficiario. Se ereditano fratelli o sorelle l’aliquota sale al 6 % e la franchigia scende a centomila euro. A favore degli altri parenti, l’aliquota è sempre la stessa, ma si paga su tutto, cioè senza franchigia. Per gli altri “fortunati” ereditieri invece l’aliquota è dell’8 %. Siccome non basta per saziare l’avidità di uno Stato senza remore, sugli immobili si pagano anche le imposte catastali (con valori rivalutati) e ipotecarie. Un obbrobrio, o, se preferite, uno scempio, se si pensa che nell’art. 47 della Costituzione c’è scritto: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme…” Che altro sono i beni dei genitori e dei parenti se non il risparmio di una vita? Spesso ottenuto pagando mutui e interessi, con rinunce e sacrifici. Lo Stato non solo non incoraggia e non tutela questo risparmio, lo tassa pure. Una macroscopica violazione della Costituzione. Molti, quelli che possono, fuggono e non pagano, gli altri subiscono, in silenzio, l’esosità, le prepotenze e le vessazioni di uno Stato che non rispetta, oltre a tutto il resto, nemmeno i principi costituzionali.

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia

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