La vergognosa, pesante e illegittima bolletta del gas che c'entra poco con il consumo del gas

 

I commedianti da avanspettacolo di terz’ordine, da qualche giorno, vanno in Tv e si stracciano le vesti per chiedere che il governo Draghi, nonostante sia dimissionario ed in carica solo per gli affari correnti, proceda a stanziare miliardi di euro per far fronte alle esigenze delle famiglie e delle imprese, messe in grosse difficoltà dall’aumento vertiginoso del prezzo del gas. E vogliono interrompere la campagna elettorale per far fronte comune e sostenere il governo a dare risorse che non ci sono e nemmeno si possono trovare; ma a loro, mezzecalzette, non importa, si facciano extra bilancio, che vuol dire aumentare il debito, che, è il caso di ricordare, ha già raggiunto i 2700 miliardi di euro. Queste folli richieste dei politici servono a far finta che si occupano - adesso e solo adesso -  dei problemi della gente comune che tra qualche settimana è chiamata alle urne, per votare. E, allora, la gara, patetica, a chi la spara più grossa è senza freni. E senza pudore. Possibile che questo Paese debba essere governato da persone così scarse? Non c’è davvero di meglio? Avete mai letto il contenuto di una bolletta del gas? Molti di voi, probabilmente, no; vi invidio, ma avete fatto bene. Perché così avete evitato le sorprese, lo sconforto e le conseguenti, inevitabili arrabbiature. Perché l’importo finale, quello che si è costretti a pagare, c’entra poco con il consumo del gas. Così come c’entra poco, quello che si paga, quando si va a fare il pieno di carburante all’automobile. Sono solo due occasioni (oltre alle altre decine) alle quali non ci possiamo sottrarre per ovvie ragioni, attraverso le quali ci fanno pagare, in maniera del tutto illegittima, oltre all’Iva, altre imposte che con il consumo del gas e dei carburanti non c’entrano assolutamente nulla. Vediamo. Ci sono da pagare, guardando il dettaglio di una bolletta, tre volte le quote fisse: per la “materia gas”, per la “spesa trasporto e gestione contatore” e per “oneri di sistema”.  Poi c’è, ovviamente, il costo del gas consumato, che sarebbe l’unico importo legittimo da pagare, ma su questo consumo si pagano le spese “per trasporto e gestione contatore”, le spese per “oneri di sistema” e poi ci sono le tre imposte: l’accisa (imposta sul consumo), l’addizionale regionale, e, su tutte queste voci, l’Iva, che è del 10 % se il consumo annuo non supera i 480 metri cubi e del 22 % sulla parte eccedente i 480 metri cubi. In pratica, per il periodo 1 marzo 30 aprile 2022, con 103 metri cubi consumati, che costano, nonostante l’aumento del prezzo del gas sia stato del 400 % rispetto allo scorso anno, 98,88 euro, si paga, invece, una bolletta, seppure, in questo caso, con l’Iva ridotta del 5%, di 173,20 euro. Quasi il doppio di quello che sarebbe stato giusto pagare per il gas consumato. Come si vede, queste bollette sono enormemente gonfiate per una procedura illegittima di calcolo che non avviene, purtroppo, solo sulle bollette del gas. E che obbliga tutti gli italiani a pagare milioni di euro non dovuti per una duplice, illegittima corresponsione di denaro (locupletazione) per l’Iva calcolata sulle accise e sulle addizionali, oltre che sugli oneri di sistema. La Cassazione, a sezioni unite, nella sentenza n. 3671 del 1997 ha solennemente sancito che “salvo deroga esplicita, un’imposta non costituisce mai una base imponibile per un’altra”. A questo principio, ovviamente, si sono attenuti, nel tempo, le Commissioni tributarie e i giudici di Pace di mezza Italia, chiamati in causa dagli utenti, condannando le società fornitrici del servizio a restituire al cittadino/utente quanto impropriamente incassato. Non sarebbe necessario, prima di chiedere aiuti e sostegni, di verificare se le tre “quote fisse”, sopra indicate, siano, in qualche modo, giustificate e regolari, e far fare i calcoli in maniera corretta, senza imporre, come abbiamo visto in maniera del tutto illegittima, l’imposta sulle imposte? Ne sanno qualcosa le mezzecalzette che sbraitano e vanno in giro a raccontare balle e a chiedere aiuti extra bilancio a Mario Draghi? E ne sanno qualcosa i giornalisti che conducono i talk show, e non chiedono mai spiegazioni ai politici che ospitano in tv? Forse non possono disturbare i manovratori che, peraltro, sono quelli che, con denaro pubblico, finanziano la stampa, che diventata di regime, e rimane, così, sempre buona e sempre a cuccia.        

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia

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