Il Perugia tira in porta solo di testa, ma non basta per battere il Bari che vince al "Curi" 1-3

 

Ah, se il Perugia avesse anche gli attaccanti. Forse non avrebbe vinto lo stesso, ma certamente avrebbe impegnato di più lo straordinario portiere Caprile, protagonista assoluto del match. È questa la prima amara constatazione da fare. La partita, ancora una volta, l’ha fatta, nel senso che l’ha decisa, con i propri errori e con i propri limiti, il Perugia. Due distrazioni in difesa, subito già in avvio, nel primo caso c’è voluto Gori a impedire a Cheddira di fare gol, nella seconda, e siamo appena al 10’, la difesa si fa infilare con estrema facilità da Folorunsho che con un diagonale porta in vantaggio il Bari. Ma la squadra ospite qualche minuto prima (5’) aveva corso il rischio di subire un gol se Oliveri fosse stato in grado di trasformare un calcio di rigore, tirato maluccio e parato facilmente dal portiere dei biancorossi pugliesi. Il Perugia invece di essere in vantaggio si è trovato così sotto di un gol, soffrendo poi le manovre più organizzate del Bari per una ventina di minuti, poi ha reagito con orgoglio e buona volontà, ma lo ha fatto come può reagire una squadra senza veri attaccanti, cioè senza tirare mai in porta di piede. Ha cercato, allora, di sfruttare l’unica arma che aveva: i colpi di testa, anche perché la difesa degli ospiti sulle palle alte, in area, mostrava di avere il suo tallone d’Achille. E così c’è voluto il solito straordinario Caprile, a deviare sulla traversa al 34’ il grandissimo colpo di testa di Angella, dopo che Kouan, qualche minuto prima, solo, davanti alla porta aveva mandato fuori. Il secondo tempo è cominciato con il Perugia più tonico, più disinvolto, ma sempre incapace di colpire con la necessaria determinazione. Non solo al 54’ c’è stato un altro clamoroso pasticcio della difesa così che Cheddira ha potuto agevolmente scartare Gori e depositare la palla in rete. I grifoni, però, non sembravano rassegnati e con Strizzolo, naturalmente di testa, hanno accorciato le distanze. Non solo, qualche minuto dopo ad andare vicinissimo al pareggio è stato Casasola, ma il pallone (colpito di testa) è finito sul palo. Equilibrio, e speranze, però solo fino al 69’, quando D’Errico, che da qualche minuto aveva preso il posto di Bellomo, ha trovato Antenucci libero sulla destra, qualche passo dell’attaccante e un tiro in diagonale nell’angolo basso che batte per la terza volta Gori e chiude la gara. È la seconda sconfitta, su tre partite, e il campanello d’allarme è già suonato due volte. C’è pochissimo tempo per trovare qualche soluzione. Questo campionato mi sembra più equilibrato, ma per questo più difficile e impegnativo rispetto al passato.

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia            

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