Surreale: non lo vuole nessuno, ma annullano lo stesso il taglio ai vitalizi
Se la situazione in cui
ci troviamo non imponesse, un po’ a tutti, rinunce e sacrifici, sarebbe uno
spasso leggere le dichiarazioni dei politici sulla questione dei vitalizi. Surreale.
Perché tutti, ma proprio tutti, si sono detti contrari agli assegni agli ex
parlamentari, il cui taglio era avvenuto dal Consiglio di presidenza
nell’ottobre del 2018 su iniziativa del Movimento 5 Stelle, ma che qualche
giorno fa la “commissione contenziosa” (non è un errore, si chiama proprio
così) del Senato ha annullato. La prima ad essere “dispiaciuta” è chi ha
nominato la suddetta commissione, cioè il presidente del Senato, Elisabetta
Casellati, che però ha rincuorato e tranquillizzato: “la sentenza è
appellabile”. Sì, al Consiglio di garanzia, un altro organo composto da 5
senatori scelti sempre dal presidente del Senato. L’autodichia che sconfina nell’autarchia.
La sentenza in questione è stata votata dal presidente Giacomo Caliendo (Forza Italia)
e i due membri “laici”, contrari i due esponenti della Lega, Simone Pillon e
l’ex del M5S, Alessandra Riccardi. Soddisfatti, manco a dirsi, tutti gli ex
parlamentari, alcuni dei quali si erano visti decurtare il loro vitalizio fino
al 60%, e 700 di loro, indignati, avevano anche presentato ricorso. Certo, a
parte i casi in cui si è abbondantemente superata la decenza, si tratta,
comunque, di un privilegio. Lavorare solo qualche anno (e anche meno) per lo
Stato e passare il resto della vita (sua e dei suoi eredi) a carico dei
cittadini è il sogno di tutti. Gli ex parlamentari lo fanno, lo possono fare,
già questa è un’anomalia macroscopica, ingiusta, intollerabile, per chi è
invece costretto a lavorare (e pagare i contributi) per quarant’anni. E, poi,
ci sono pure, ancora una volta, le dichiarazioni dei politici che sono un
oltraggio inaccettabile all’intelligenza dei cittadini. Dopo la Casellati, vale
la pena riportare quello che ha detto Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza
Italia alla Camera, cioè del partito cui appartiene il presidente della
Commissione, Caliendo, il cui voto è stato decisivo: “Abbiamo tagliato i
vitalizi nel 2012 e non pensiamo certamente di contribuire a reintrodurli. Meno
che mai in un momento in cui il Paese è in forte sofferenza per la crisi
economica”. Avrà capito quello che è successo? E poi il pensiero dello stesso
Caliendo: “Vorrà dire che si rivolgeranno alla Corte europea dei diritti
dell’uomo”. Già, sarebbe interessante sapere se la Corte di Strasburgo, chiamata
a decidere sulla questione vitalizi,
farebbe prevalere, in “una situazione economica italiana particolarmente
difficile, l’interesse generale, la pubblica utilità e la tutela del sistema
sociale per le generazioni future” così
come ha fatto, nel luglio del 2018, quando
ha rigettato il ricorso di circa diecimila pensionati che avevano lamentato “un’ingerenza
immediata sulle loro pensioni per il 2012 e il 2013 e permanente, per effetto
del blocco, sulle rivalutazioni successive”.
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