Qualche, necessaria, aggiunta alle " luci e ombre sulla democrazia italiana" di Sabino Cassese

 

Sul Corriere della Sera del 6 agosto Sabino Cassese, noto giurista, ha provato a fare una diagnosi sullo stato della democrazia in Italia. Ha detto un po’ di tutto, ma alcune situazioni, estremamente importanti, andavano approfondite, perché così come sono state dette lasciano ampio spazio a valutazioni varie e difformi che possono travisare la realtà. Due questioni importanti mi hanno colpito, che sono due pietre miliari del percorso democratico. La scarsa partecipazione dei cittadini, elettorale e politica, e la magistratura che non è indipendente. È gravissimo, come peraltro abbiamo avuto modo di segnalare tante altre volte, che ormai alle urne ci vada meno della metà degli aventi diritto al voto. Un vulnus intollerabile alla democrazia, ma i partiti, che sono i principali responsabili di questa vasta, diffusa e preoccupante astensione dal voto, non se ne curano, vanno avanti come se la cosa non li riguardasse, e fa lo stesso, sbagliando, anche il presidente della Repubblica, a parte qualche frase di circostanza. Gli elettori non vanno alle urne per tante ragioni, naturalmente, ma la causa principale è perché non hanno la facoltà di scegliere; i candidati, com’è arcinoto, li decidono, nelle segreterie dei partiti, i 7 o 8 segretari che poi pretendono che gli elettori vadano alle urne solo per avallare le loro decisioni, a volte sconcertanti. La prova inconfutabile è che in Parlamento vediamo mogli, familiari, parenti, amici, amanti, indagati, impresentabili, perfino chi nelle precedenti legislature non è andato quasi mai in aula, ricandidato senza un minimo di rispetto per i cittadini e per la Costituzione. Sono persone da votare? Un altro scempio alla Costituzione è rappresentato dalla funzione che ha assunto il governo (anche prima, non solo questo di Giorgia Meloni) e che Cassese racconta così: “I poteri, al centro, non sono separati: il governo è diventato legislatore, e il Parlamento, che non è mai riuscito a svolgere il ruolo di controllore dell’esecutivo, si limita di convertire in legge i decreti del governo”. Non solo controllore, ha, quasi in esclusiva, la funzione legislativa. “Il Governo - come recita l’art. 77 della Costituzione - non può, senza delegazione delle Camere emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria. Quando, in casi di necessità e di urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli alle Camere per la conversione”. Dove sono i casi di “necessità e urgenza” dei decreti che arrivano quasi ogni giorno alle Camere, dove peraltro sono presentati con la richiesta del voto di fiducia? Uno scandalo e una violazione della Costituzione continua, altro che poteri separati. Poi c’è pure la magistratura che, scrive Cassese, “dovrebbe essere indipendente, è invece dappertutto, impegnata in ogni ruolo, normativo, esecutivo, di decisione, onnipresente nello spazio pubblico, incapace di coltivare le “virtù passive”, con la conseguenza che non è più least dangerous branch”. È vero, è così, ma perché - Cassese, evidentemente, non si è accorto - c’è il marcio dappertutto. E perché i partiti, che avrebbero il compito primario di scegliere i migliori, a rappresentare il Paese nelle varie istituzioni, scelgono spesso - ahinoi - i peggiori.

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia

Commenti

  1. Sabino Cassese ha addirittura scritto un libro per stigmatizzare l’indebita ingerenza della magistratura nel dibattito politico col fine di indirizzarne le scelte. Secondo Cassese, i magistrati hanno acquisito un potere cosi eccessivo rispetto a quanto assegnato loro dalla Costituzione, e lo usano in modo tanto spregiudicato nella lotta politica da aver trasformato questo Paese in una repubblica giudiziaria o, peggio, nella repubblica dei PM. E’ grave che solo come attenuante Cassese parli di supplenza alla latitanza politica diffusa e non come ragione prima di questa ‘ingerenza’ che dovrebbe invece essere considerata come scialuppa di salvataggio delle istituzioni repubblicane. Tutto questo per dire, bene ad articoli come questo!
    Rispetto alla crescente disaffezione degli italiani al voto, non me ne preoccuperei tanto in se, ma solo per per il fatto che e’ sintomo cristallino delle distorsioni delle leggi elettorali.
    FF

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