La strana prevenzione sanitaria, a maglie larghe, di noi italiani
Sembra che sia finita, ma
non è così. La mappa dei nuovi focolai
Covid-19, in Italia, preoccupa. Soprattutto perché la maggior parte sono stati
provocati da persone che dall’estero sono venuti nel nostro Paese. Proprio ora
che c’erano spiragli di speranza, perché il terribile virus pare abbia perso,
non si sa bene se per il clima, l’ambiente, i raggi ultravioletti o altre cause
ignote, un po’ della sua carica virale e il fatto di dover ora combattere con
il virus d’importazione provoca le proteste, mi pare più che legittime, dei
cittadini. Per questo le frontiere sono chiuse con alcuni Paesi, nelle ultime
ore anche per chi proviene dalla Serbia, Montenegro e Kossovo. Lo spiega il
ministro della Salute Roberto Speranza: “Nel mondo l’epidemia è nella fase più
dura. Serve la massima prudenza per difendere i progressi che abbiamo fatto
finora. Il rischio che corriamo adesso di importare il coronavirus da cittadini
che vengono da fuori, per questo anche l’attenzione verso gli sbarchi è massima
ed è previsto il periodo di quarantena”. Se la situazione è questa non si
capiscono le (non) decisioni a proposito dei migranti che, con le navi delle
Ong o con imbarcazioni di fortuna, continuano a sbarcare sulle nostre coste. E tra
di essi sono decine anche i positivi alla Sars-Cov-2. L’dea del governo, dopo
la nave-quarantena Moby Zazà al largo di Porte Empedocle, di cercare altre navi
dove far fare la quarantena, mi sembra, come al solito, una decisione tampone,
discutibile almeno per due ragioni. La prima è perché non è facile trovare
altre navi. L’armatore della Moby Zazà, appena possibile, si riprenderà la nave
e non sarà più disponibile per queste operazioni. La seconda ragione è che così
facendo si manda un messaggio ambiguo ai potenziali migranti che dall’Africa
pensano di venire in Italia. E invece, mai come ora, non basta “l’attenzione” ci
vogliono le decisioni, che devono essere precise e drastiche, per evitare che aumenti
a dismisura lo sbarco dei migranti, sani e malati. Dopo tanti mesi di
quarantena generalizzata, più di 35 mila morti, l’economia in ginocchio,
l’Italia è in grado di pensare a questa nuova, particolare emergenza da gestire
inventando navi-ospedali e caserme-ospedali? C’è, invece, una sola soluzione,
senza dover essere d’accordo, per questo, e per forza, con Matteo Salvini, la
sua politica anti migranti e il decreto sicurezza, peraltro ancora vigente. Bloccare,
almeno per un anno, l’arrivo nei nostri porti delle navi traghetto delle Ong.
Se c’è l’emergenza deve valere per tutto. Chi parla di aiuti umanitari, senza
tenere conto della grave situazione che stiamo attraversando, o ha interesse
personali nel business emigranti o non è in grado di capire che “la situazione è
fluida” come dice il nono rapporto ministero della Salute - Istituto superiore
di sanità e “richiede grande attenzione e il rafforzamento delle attività di
controllo”. Che significato ha chiudere le frontiere se poi, come è avvenuto in
questi ultimi giorni, e come è facile immaginare avverrà per tutta l’estate, in
Sicilia e in Calabria, sbarcano, dalle navi e dai barconi, migranti infetti?
Vietare l’attracco delle
navi delle Ong non basta perché i migranti arrivano anche con i barconi ed
allora è necessario che ci siano, pronte, le navi della Marina militare che,
immediatamente, riportino indietro, nei rispettivi Paesi di provenienza, tutti
i migranti appena sbarcati. E’ il caso di ricordare che da qualche settimana,
in Lombardia, ci sono inchieste della magistratura per individuare eventuali
responsabilità - tra politici e medici - per non essere intervenuti subito, con
la necessaria tempestività, al fine di evitare il diffondersi del contagio e
dell’epidemia. Se i migranti infetti che sbarcano in questi giorni contagiano
gli italiani e provocano nuovi focolai la responsabilità per “epidemia colposa”
di chi è? Del comandante della nave Ong che ha portato la persona contagiata?
Del ministro delle Infrastrutture che non ha provveduto a vietare l’attracco
nel porto della suddetta nave? Del ministro dell’Interno? Del Governo? Di chi? Il
nostro Paese, che si trova in una crisi devastante e non sa come e dove trovare
le risorse per cercare di risollevarsi, si può permettere il lusso di importare
il virus dai migranti che arrivano, senza alcun controllo e filtro sanitario? E
con tutta la sensibilità e l’ammirazione che pure si deve per gli aiuti
umanitari, non è possibile, da parte delle autorità, a tutti i livelli, fare
finta di nulla e ignorare la situazione di eccezionalità ed emergenza in cui ci
troviamo.
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