Requiem di Nicola Morra anche per il comune di Tropea, dopo Capistrano e la provincia di Vibo Valentia

 

Forse per dimostrare che non è vero, come si dice, che i parlamentari non lavorano, Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia, ex 5 Stelle, ora nel gruppo Misto, ha voluto dimostrare, e farlo sapere a tutti, che, invece, lavorano, almeno lui. Nel giro di qualche giorno ha scoperto che sono da sciogliere, per infiltrazioni mafiose, il consiglio comunale di Capistrano, il consiglio della provincia di Vibo Valentia e nel trittico delle ricerche di Morra è venuto fuori un intreccio perverso di amicizie e parentele mafiose anche nel consiglio comunale di Tropea. Da sciogliere anche questo. La procedura vuole che ci sia, preliminarmente, l’intervento della prefettura, attraverso la commissione di accesso agli atti, per verificare se ci siano elementi concreti, univoci e rilevanti, anche di carattere indiziario, circa i collegamenti – diretto o indiretti – tra gli amministratori e la criminalità organizzata, così come richiesti dalla legge. Il senatore ha scritto il post, ricco di particolari, sulla sua bacheca Facebook, in pratica una lettera al prefetto di Vibo Valentia, Roberta Lulli perché invii - s’intende, il più presto possibile - la commissione d’accesso ai tre enti. Non si capisce se sia un pesante, pubblico rimprovero alla dottoressa Lulli che, non si sa perché non si sia ancora mossa e ha avuto bisogno del messaggio-sollecito del senatore, o un modo per dimostrare il continuo impegno istituzionale di Morra.  Comunque sia, si tratta, però - ne converrà il senatore - di un modo del tutto singolare, per non dire anomalo e inconsueto, di agire, perché così, come sono state raccontate e rappresentate le situazioni (al di là di alcuni errori, evidenziati, nelle repliche, dagli interessati) colpiscono l’opinione pubblica, che, leggendo quello che ha scritto Morra, ha tratto inevitabilmente, peraltro in maniera inequivocabile, delle conclusioni chiare, nette, certe e sicure: i tre enti sono da sciogliere immediatamente perché con pesanti infiltrazioni mafiose. Nicola Morra, di fatto, si è sostituito alla commissione prefettizia ed ha già deciso tutto, senza incertezze. E se poi la commissione non dovesse trovare tutti quei collegamenti ipotizzati da Morra? Non sarebbe stato molto più corretto - intendo dal punto di vista istituzionale - che il materiale a disposizione del senatore fosse stato mandato, direttamente o attraverso il ministro degli Interni, comunque riservatamente, al prefetto di Vibo Valentia, a disposizione della commissione? Così, solo per correttezza istituzionale. E per rispetto della Costituzione.

Fortunato Vinci – www.liedaliberale.com – Agenzia Stampa Italia

 

 

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