Le "ultime notizie", al freddo e al gelo
Finirà che, prima o poi,
verrà stabilita, e inserita nel contratto nazionale, un’apposita, speciale
indennità per tutti i colleghi giornalisti che, per le dirette Tv, sono
disseminati nelle piazze antistanti ai palazzi della politica. Ad ogni ora del
giorno e della notte, immancabilmente, avvengono i collegamenti da Piazza
Montecitorio, dove c’è la Camera del Deputati, da piazza Madama residenza del
Senato e, soprattutto, dalla zona tra piazza Colonna e Via del Corso dove si
trova palazzo Chigi, sede del Governo. Qualche volta capita, come in queste ore
con la crisi di governo, che ci sia anche il collegamento con la piazza del
Quirinale per seguire, da vicino, le “mosse” del Capo dello Stato. Stanno lì,
imbacuccati, al freddo e al gelo, per le “ultime notizie” che chiede loro, tra
una pubblicità e l’altra, dallo studio, il conduttore, comodamente seduto in
poltrona. E l’inviato deve trovare qualche altra notizia da aggiungere a tutto
quello che è già stato ampiamente detto nei servizi del telegiornale, o dagli
ospiti, durante le “maratone”. A parte i disagi fisici, ci sono le difficoltà per
trovare, stando in piazza, altre notizie, appunto le ultime. Se ci sono
votazioni, i giornalisti possono riuscire a intercettare qualche parlamentare,
dal consueto passo frettoloso, che, mosso da compassione, si ferma per qualche
istante e concede, bontà sua, la classica intervista “al volo”. Niente scoop naturalmente,
altra aria fritta; quella dei politici, poi, si sa, non solo è fritta, è anche
fumosa, ambigua, criptica. Il frullato del nulla. Ma tanto basta per essere
“sul pezzo”, come si dice in gergo. Quando non ci sono le votazioni, le piazze
sono deserte e, allora, il lavoro giornalistico, per trovare le ultime, diventa
veramente disperato, perché è praticamente impossibile soddisfare le continue,
insistenti richieste, in diretta, del collega dallo studio centrale. E allora
che fa l’inviato? Guarda il telefonino. E le agenzie. Cosa che avrebbe potuto
fare lo stesso, molto più agevolmente, al caldo, in redazione.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia
Quello che affermi corrisponde alla realtà ed allora perché tale prassi continua? Lo scoop in diretta fa gola ad ogni programma televisivo: forse sta qui la ragion d’essere? Stando così le cose forse tra i tuoi colleghi dovrebbero impiegare, per tali servizi, giovani cronisti preparati a resistere ai rigori invernali. C’è da chiedersi se tali aspetti sono universali o tipicamente nostrani! Forse una mano a tutto ciò la sta dando il ruolo accresciuto dalle televisioni in questo triste tempo di pandemia. Caro Fortunato a presto, saluti Pietro.
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